sabato 31 dicembre 2011

Coco Chanel parle de l'élégance

http://youtu.be/qu3-Z32ljIE

..coco Chanel



Coco Chanel capì che chi vuole vincere una guerra deve indossare un uniforme di prima classe . E lei voleva vincere più di chiunque altro. La lotta di chanel fu quella della liberazione della donna dalla dipendenza dell’uomo, l’arma della sua scelta era tutto ciò che era chic e la sua strategia puro voodoo. Sapeva che bisognava amare un avversario potente, quasi infilarsi nella sua pelle per vincerlo. Chanel amava gli uomini, lo si capisce dai suoi innumerevoli affairs. Non dimenticò mai che erano uomini o più esattamente i suoi amanti coloro che le avevano permesso, grazie ai sostegni finanziari di lanciarsi nel business:che erano uomini coloro dal cui aveva attinto il vocabolario del suo look incredibilmente duraturo- jersey e tweed, bottoni e bordure da uniformi,giacche cardigan senza collo e flaconi squadrati di profumo-, coloro i cui doni preziosi le ispiravano le sue  decorazioni e  il suo egocentrico stile di vita, che metteva la libertà sopra l’amore, lei fece suo, Qualità, comodità, e proporzioni che fanno apparire il corpo attraente senza doverlo denudare: Coco chanel espugnò le basi dell’eleganza maschile per sé e per tutte le donne che volevano vivere come lei. Istintivamente comprese uno dei principi psicologici alla base della della modernità:il movimento è forza e potere. Non voleva essere una vittima tutta volant di seta, bensì una persecutrice. Voleva un abbigliamento che calzasse a pennello per dimenticarsene per potersi concentrare completamente sul mondo esterno..Chanel non è stata solo la più grande stilista della sua epoca, è la massima creatrice di moda di tutti i tempi..

Margis J.Majer


Sono nata in Lucania. Ma sono  cresciuta realmente  sulla Salerno  Reggio Calabria.Si cresce molto sulle autostrade con la tecno a cassa dritta, e mentre collezionavo san pietrini canadesi  mi chiedevo  perché gli alieni non tornassero a prendermi per riportarmi con loro. Sentivo un forte senso d’abbandono..poi crescendo ho capito il perché della loro difficoltà a rintracciarmi..dove parcheggi un astronave su ste’ autostrade del cazzo che si ritrovano, con ancora  le ferrovie da  treni a carbone non solo il sei gennaio ma pure a luglio. Sarebbe andata meglio nel Tennessee. Sono fuggita dal genere, dal sud e dalla religione che ero ancora piccola, mentre giocavano a tana. Li ho lasciati che ancora  contavano, ma io non mi sono nascosta, solo elevata. E loro guardano ancora troppo in basso per trovarmi. Non avevo altra scelta, per sopravvivere dovevo fare così o mi sarei innervosita. A sedici anni andai a Napoli a trovare mio fratello che frequentava l’università. Fisica nucleare. Un cazzo de capoccione quello lì, Metà di quella che sono è arrivato anche grazie a lui, compreso il rock che ascoltava e le prime dosi di erba e ero.. Mi presentò Pannella. Marco ci offrì la colazione e mi chiese che cornetto preferissi: crema o cioccolato? Mi scappò un gentile “fa lo stesso”..Venne giù la pasticceria. Si incazzò come una belva e mi ingoiò tra i suoi frutti di bosco  Se non decidi tu, lo fa qualcun’ altro per te e finì, suggerendomi  di evitare gli orecchini di moda a forma di croce, che si vedeva benissimo che mi interessava più il cazzo che la religione..Ma quello pure a lui. Certi incontri sono così, non sei più la stessa dopo. Se sopravvivi all’urto del frontale, hai vinto tu sennò vai a casa a piangere. Scegli tu comunque. La colazione  a tua scelta è offerta! Ma io ho non ho fretta. So aspettare. Ho imparato sui set, anche in certi set a due a pagamento, ad avere pazienza e sorridere pure quando mi fumano i coglioni. La mia paura non mai stata quella di poter essere contattata da comunità di extraterresti per insegnarmi la strada, piuttosto dalla difficoltà di ricontattare certi esseri umani. E quando per poter ridire ti amo bisogna sopravvivere vincitrice ad  una rivoluzione o  aspettare un incontro del quinto tipo a poco serve come unico colore il rosso del sangue e la volontà di lottare scegliendo la strada più dura rimettendoci un pezzo di cuore...potrei suonare la musica del secolo non la sentiresti e allora  intanto vivo felice e ora scrivo. Ma ricordo di aver visto un cuore da qualche parte, ma non un cuore come immaginano i creativi del design, gli stupidi  innamorati o i cardiochirurghi a cuore aperto. Un’ idea nuova di cuore, che ha un motivo per stare li dove sta, che ha e da un motivo per vivere, un motore coi suoi ventricoli e tutte le sue parti, tutti a colori, un essenza di cuore. Solo il cuore del cuore .Il meglio, come il cuore che dai alla persona che ami e che speri ricambi..e senno se ne rimane li, a colori, ma scoperto e fragile a fare il suo lavoro di cuore, che altro può fare?ognuno fa quel che sa fare meglio e io so fare questo, darti questo cuore..ma ora è solo un cuore in gola! E dietro alla meraviglia di chi mi chiede se parlo da sola, la risposta non diventa che unica..Si, con chi vuoi che parli, se non mi ascolta nessuno. Ho tante cose da dirmi. E so ascoltarmi. Mi sono rotta le palle di parlare da sola sotto la doccia e poi piangere, così che l’acqua che scorre si confonde con le lacrime, che scorrevano come l’acqua, e a giudicare dal modo strano in cui  mi guardi sembra sono io una marziana appena atterrata. Per fortuna non c’è una morale né una fine a questa favola. Non abbiamo né una, né l’altra. Fosse una bomba alla crema e fossi lo splendido  Coco mi starei già leccando i baffi. Ma sono Lola Kola. Mi spiace. E se questa favola non è stata proprio una bomba. E manco una crema! Per me cornetto integrale al miele,caffè americano e felicità. Grazie a tutti, a venerdì prossimo!

mercoledì 14 dicembre 2011

1o marzo

"missione compiuta!senza spargimenti di sangue e senza insulti. Quando nobiltà è a debitissima distanza dalla miseria" Grazie Antonio Coco

lunedì 5 dicembre 2011

In the land of blood and honey!

L’aria che si respira sul carpet della croisette  è sempre elettrizzante e se non riesci a mantenere i piedi saldati per terra rischi di rimetterci la testa, ma quando quell’anno incontrai Angelina incinta capii che dietro le dive che sognate siamo rimaste donne normali e che avremmo potuto  veramente essere felici. Ma non siamo così stupide. Angelina è la meno morbosa tra noi regine dello star system, la più vera, la mia unica amica. Ed era bello  vedere come Antonio, bellissimo nel suo smoking Balenciaga e Brad giocavano come siamo abituate a vederli quando siamo nella loro casa sul ramo del lago di Como giocano, incuranti che stavamo a Cannes e che almeno lì dovrebbero cercare di mantenere alto il livello. Del resto anche io e Angelina siamo rimaste le ragazzacce di un tempo. Doveste leggere i nostri messaggi,altro che caserme. Fu lì che mi confidò che stava scrivendo una sceneggiatura, e che sognava di fare un film da regista. È una storia d’amore tra una prigioniera bosniaca e un soldato serbo sullo sfondo della guerra nei Balcani degli anni 90..Un film politico chiesi io..Angelina riesce sempre a sbalordirmi..No, precisò..Non è un film politico, ma una storia romantica..Cosa resta dell’amore quando tutto intorno si distrugge? Non dirlo a me Angelina le risposi..conosco benissimo il sapore del sangue..l’ho provato più volte sulle mie labbra..spesso tra labbra e bicchiere..Angelina mi guardò e si illuminò..Lola mi disse sapevo che avrei dovuto parlarne con te..sei la migliore, hai lampi di geni all’improvviso, ho capito che questo film si intitolerà IN THE LAND OF BLOOD AND HONEY..e avrà come locandina solo due macchie di sangue..sei fantasica lola continuava a ripetermi, ma intanto non si riusciva a fare due chiacchiere che Antonio e Brad continuavano impazziti come due ragazzini a giocare coi fotografi a dare risposte insulse ai giornalisti..sono fatti così quei due due quando si incontrano..più facile domare i loro 8 figli loro che Coco e Pitt..

sopravvivo!

Nonostante fossero artisti circensi l’avevano trovata strana pure loro. Si capiva da come la guardavano. Forse era colpa di quella luce  o forse si accorsero che dalla  la sera precedente era impazzita, o come avesse fatto ad arrivare sola fin là, ma quando le chiesero cosa fosse non seppe cosa rispondere.. essere scambiata per una forma  di spettacolo di qualunque sesso faceva lo stesso, non ne capiva la differenza e non le importava. Era Felice e Libera. E libera e felice di essere e poteva bastare..stesse domande a cui fu costretta a rispondere secoli dopo..Col mio ingresso nel mondo della musica, non lascerò né il mio lavoro di modella né quello di attrice. In Italia c’è questa brutta malattia di metterti un etichetta addosso. Quando i giornalisti mi chiedono cosa sono io rispondo “Lola Kola” e basta! Ma non aveva ancora neanche  sette anni quando  il suo agente l’aveva portata al circo la sera precedente..e li era impazzita. Aveva capito da cosa trarre spunto per i suoi show e che quella era la sua vita e quella che sarebbe stata. Sognò una roulotte tutta sua,col suo nome scritto col neon multicolor, pieno dei suoi abiti e tante luci, felice e libera di andarsene in giro per il mondo e portare il suo show. Era fin troppo chiaro, e riusciva a smettere di essere splendida e a splendere. Durante lo spettacolo non era riuscita a dire una sola parola. Il pomeriggio dopo ritornò al circo. Rimase incantata dalla libertà di tutti quei ragazzini  di andarsene in giro per il campo sportivo, dai giocolieri in allenamento coi birilli e dalle trapeziste che provavano i loro numeri e dai clown senza maquillage e  fu rapita da quell’aria da backstage che amerà per tutta la vita, e chiese al padrone  se potesse partire con loro. Neanche pensò di aver inteso bene il padre padrone..le sorrise ma fù un secco rifiuto. Il primo dei No! E poi avevano già una primadonna loro, quella splendida scimmietta che durante l’intervallo era andata a farsi fotografare con lei per avere in ricordo una foto con Lola, Restò con loro finchè non si fece troppo tardi e buio per ritornare a casa. Ma delusa, ne parlò con suo agente di quel no,che non le era andato giù..fu lui a farle capire che per lavorare in un circo bisogna avere un attitude e un ruolo, parlò di lunga gavetta e prima di poter diventare lola kola la strada era lunga..e poi bisognava finire prima la scuola. Almeno quelle a cui era obbligata.Era molto ansiosa il primo giorno di scuola,sperava di ritrovare le emozioni provate al circo..così mise la sua parrucca preferita nel cestino sperando di avere una possibilità di far vedere le sue doti di donna completa dello spettacolo e di aver poco da invidiare alla Goggi,e quando la macchina della produzione passò a prenderla partì. Bastò uno sguardo a delle ordinarie maestrine vestite di solo beige e marrone per capire di aver sbagliato destinazione e d’accordo con la produzione che si occupava di quel tour e al primo quadrimestre, dopo una rassegna stampa denigratoria nei confronti della sua manifesta ed evidente ambiguità di genere e delle sue uniche qualità di disegnare e litigare non mise più piede in quella galera. Rimase offese dalla poca professionalità delle sue colleghe e non fu in accordo con gli scenografi che avevano sostituito allo sfavillio del tendone e alle luci, un misero ritratto di un vecchio,che le spiegarono fosse un presidente della repubblica e l’effige di un giocoliere inchiodato dalle mani,che le spiegarono fosse un Signore. Ma nella fretta non comprese neanche il cognome..Era disgustata abbastanza e andò via. Con la sua produzione si accordò per poter partecipare alle lezioni in una scuola alternativa presenziata dalla Signora Nirvana Kola, da cui era stata estromessa in precedenza per paura di poter passare per una figlia d’arte o di andare liberamente in tour nel suo condominio o nei teatri di posa della sua abitazione. E così andò. Gli studi che la ospitavano erano di nuova e continua costruzione e fu costretta a destreggiarsi con tutti i nuovi tecnici che nel tempo terminavano la costruzione. Fu grazie a loro che scoprì vernici e smalti che adorava inalare qualche istante prima di andare in scena. Per il resto era libera di andare in giro per la costruzione e fu frequentando le case delle anziane vicine,grazie alle fotografie scoprì  l’uso di vestiti di diverse mode di epoche passate. Fu astuta e riuscì a farsi regalare gli abiti e gli accessori che non indossavano più. Per i suoi spettacoli adorava indossare mini abiti luccicanti in lurex per i pezzi recitati, un autentico bestsllers che rimarrà per sempre legato al suo nome così semplice ma perfetto che la rivista americana Vogue profetizzò:”questa Kola è la Ford dei vestiti e dello show”.. e in effetti funziona sempre; e lunghi abiti in seta bianca, che con il raffinato taglio a sbieco di madaleine Vionnet e la particolare caratteristica di splendere sotto i riflettori, e soprattutto nel caso di una bionda ne fece un fedele alleato nei momenti dei brani cantati..Nella vita privata adorava le comode tute a salopette nei classici disegni a quadri scozzesi abbinati ad accessori animalier che Marc Jacob disegnava in esclusiva per lei.

Al nero!

Il nero è l’inizio di tutto. Il grado zero, il profilo, il contenitore e il contenuto. Senza le sue ombre, e il suoi rilievi e il suo sostegno avrei l’impressione che gli altri colori non esistano. Nel contempo il nero è la summa di tutti i colori. E’ fluttuante, cangiante, mai lo stesso. Esistono una miriadi di tonalità del nero. Il nero soffice della trasparenza, il nero spento e triste della fascia da lutto, il nero profondo e aristocratico del velluto, il nero generoso del taffettà o quello severo della seta,il nero fluido del satin, il nero allegro e ufficiale della lacca. La lana ricorda il carbone, il cotone appare rustico e tutti  i nuovi tessuti frivoli quando sono ner. Non ho nulla a che vedere con la neve,non mi piace il latte, né le spose. Solamente l’intonaco a calce delle case mediterranee fa venire voglia di bianco E mi sono agitata e ipnotizzata dalle tonalità del rosso e dell’oro. Si dice che siano, assieme al nero i colori della follia(per questo Ingman Bergman volle una casa completamente rossa quando girammo Sussurri e grida. Bisogna dire che il nero è una colonna portante del sud,una presenza tranquillizzante ,qualcosa di palese:E le sottili nuance del nero come nei dipinti di Frans Hals e Velasquez.,sui tessuti indossate dalle Arlesiane della mia infanzia ,differentemente patinati dal sole ;sembra che il nero ha un profumo che viene emanato dai pigmenti sotto il sole. Si potrebbe dire lo stesso sul nero dei tori per cui mantello gli entusiasti aficionados hanno aggettivi poetici. Contriaramente al bianco il nero è penetrabile. E’ la densità.la voluttà, c è proprio un mondo intero in una piccola macchia nera. E’ difficile resistere alla gouache pressata dal tubo, al colore acrilico nero fumo traboccante dal barattolo o all’inchiostro di china schizzato dalla boccetta. Si ha voglia di toccarli, di stenderli con generose pennellate o addirittura con le mani .Il nero è sia materia come il colore,sia luce come le ombre di cui Barthes ha intonato lodi perentorie Non è triste né lieto,bensì allure di eleganza ,perfetto e indispensabile. Gli si resiste tanto difficilmente quanto alla notte .E neanche da bambina ti sarai spaventa dal nero poiché se fa paura il suo enigma contiene la risposta ai segreti che nasconde..

Dal cuore in gola in poi!

Ho cominciato a scrivere per essere più chiara possibile. Le parole non mi erano di grande aiuto, soprattutto quando non vuoi essere ascoltata. E ritrovarsi a parlare da sola sotto la doccia e piangere non è di grande aiuto..e finire ogni bottiglia che trovavo a portata di mano faceva il resto..Tiri fuori la parte peggiore ma per fortuna non hai nessun ricordo. Così ti svegli che sei volata giù dal nono piano ma non ricordi assolutamente il perché. Così è cominciata, e poi è stato con il Principe che ho cominciato a scrivere, l’unico che mi ascoltava ma viveva al di là del mare. Ancora oggi devo farlo. Ma oggi tutto questo non brucia più. Sono rimasta per tanto sola in silenzio e  lasciata senza neanche un addio..ho imparato tutto da sola..ho lavorato da sola sui miei lutti e i miei inferni..Ho passato notti intere a piangere con la paura di avere paura. Sono stata la mia dottoressa..Mi sono data dei farmaci, dei tempi e delle scadenze e una cura..La cosa più divertente rimangono i farmaci però. Ho dovuto trovare il rimedio al leggero dolore che sentivo bruciare nello stomaco, come una coltellata o uno sparo col silenziatore..Ognuno poteva dilaniarmi ma a tempo. Non potevo continuare così o mi sarei rovinata..L’infelicità e il dolore sono letali per quelle che fanno il mio lavoro.. la felicità fa la differenza, la vedi  la senti  la tocchi, come un 40 denari di Golden Lady È un dovere per quelle come me..O muori giovane nelle fiamme o devi arrivare nel miglior modo possibile alla fine del gioco  e se omicidio ci sarà non è di gran classe che ad assassinarti è stata la tua mano..Coi miei uomini mi è andata meglio che con gli amici..Ho avuto uomini meravigliosi e abiti favolosi ma non ho mai pianto quando sono andati via i primi o strappati i secondi. Era un miracolo essersi amati, e i miracoli come l’amore, finiscono..Sono sempre stata tendenzialmente anarchica ma monarchica..Vivo di Re. Ma nessuno viene tolto dal suo trono. Solo ci sono tanti Re. Ma ognuno non annulla o sostituisce il precedente. Miss Italia non fa per me..Ma non sempre ho avuto il tempo di  parlare che già piangevo..ogni volta che mi innamoro qualcun altro scappa..Io rimango sempre la stessa, cambiano solo gli uomini che fanno la  storia..e con ognuno c’è una storia a sé..e non riesco a mentire. Ma ancora una volta sono lasciata senza neanche un addio..Ma sono già andata al mio funerale più volte, senza neanche una corona di fiori. Conosco la strada..Ma quando al tuo lutto è la terza volta che ci vai diventa solo un carino appuntamento, il problema rimane sempre cosa indossare? Un petit robe noir e avvolta in uno scialle di filet all’uncinetto..Un masterpiece  di Lola Kola per questo autunno inverno..però non posso più permettermi lacrime se non di gioia..e poi ho visto miei funerali e omicidi così ben organizzati che ormai è solo il tempo di sorridere e aspettare che passi il peggio. Io rimango qui, con la mia felicità condivisa, sulla porta di casa preparando i miei must e aspettando il ritorno di chi dal fronte ritorna con l’aria di chi ritorna dai campi. E il frutto che portò è il mio cuore in gola. Notte amur!

giovedì 24 novembre 2011

Vorrei tenere più segreti e lontani possibile i miei amori dalla curiosità mediatica, ma quando si è così celebri come me e Coco è uno sforzo inutile. Allora tanto vale che ne parli io. Gli unici momenti in cui sono felice c’è un cameraman di fronte a me e un tecnico delle luci, e sono microfonata, e c’è un fotografo o sto su un set o un red carpet, o aspetto in fila nel backstage il mio turno o ripasso il copione, o c’è Antonio accanto a me lontano da tutto questo. Il resto del tempo sono nel buio del mio oblio aspettando la fine. Facendo i conti avrò vissuto 27 anni, il resto è stata un estenuante noiosa attesa. Adesso aspetto di ritornare in forma per  ricominciare a bere,così almeno mi diverto un pò, da sobria vago nei giorni della mia vita aspettando la notte che diventi mattino! E’ tanto che non scrivo. L’inferno è finito e i demoni sono andati, almeno quelli che mi hanno avvicinata a questa operazione. E senza loro sono ancora più sola adesso. Per il solo fatto di perdere qualche chilo e ritornare al peso forma ho smesso di bere. Ho dovuto scegliere tra specchio e bottiglia. Per tanto tempo sono state  le uniche cose a starmi accanto e tenermi compagnia. I miei demoni sono quelli di prima e le mie notti  un inferno. Ci sono giorni in cui l’unica emozione è andare a comprare le sigarette. E’ l’unico momento in cui sorrido!

mercoledì 23 novembre 2011

Il pubblico crede a tutto quello che legge su di me, ma spesso è un giochetto organizzato dal mio agente coi giornali per aumentare il successo e alzare il cachet, e spesso, dal vivo sono costretta a sembrare simpatica come mi vedono in tv, la fortuna è che sono una grande attrice!

Top al caramello e veleno

Il giorno che la nostra amica e collega, Ruslana, si buttò dal nono piano del suo appartamento a New York ci fermammo un attimo. Ci fermammo per piangere e pensare, ma solo per un attimo..Che sia un attimo però, stare in posa ferma o camminare sfilando fa cachèt, piangere e pensare meno. Una di noi, una come noi, bella ricca giovane famosa top come noi, ,ai casting come noi, in fila come noi, in un appartamento come i nostri quando siamo nella mela, dietro le quinte di un backstage e sulle quinte di una strada destinate a quelle come noi. Il Los Angeles Times parlò di mafia Russa e di escort gestite sulla tratta Parigi-New York –Mosca. Ma rimasero parole scritte senza fatti. La polizia accertò il fatto che non c’erano tracce in lei né di droga né di alcool. E dunque? Andrebbe meglio? Beh per alcuni di certo andrebbe meglio. La solita equazione. Belle giovani top ricche sole drogate disperate morte e voilà. E’ volata un’altra matta. Comodo per loro. E archiviarono il caso. Ma non siamo donne che archiviano casi. Non siamo neanche donne, siamo solo top model, Bisogna smetterla di raccontarsi tutte queste favole sulla bellezza sulla ricchezza sulla moda e ritornare un po’ serie, magari più vere. Questa fiaba che veniamo da altri pianeti, schegge impazzite di aliene femminilità, valori alterati e ormoni impazziti. Il mondo gira intorno ai nostri piedi, basta una passeggiata e guadagni milioni. Siete pazzi di noi. Arriviamo noi e il mondo impazzisce, ed un bailamme di abiti e trucchi perfetti, baci e champagne, cocaina, fotografi, make-up artist, ore di piega, luci puntate e prova sfilata. e ferme ore e ore sotto i parrucchieri, sempre in volo da una città all’altra, e poi sempre sola in albergo, rimanendo fedele col marito lontano , la guerra tra noi. la dieta la coca. Altrochè. Nulla è come sembra. L'io è un altro.  La trovi una fiaba? Beh non è male. Per noi un lavoro, per te una fiaba, che è tutto splendore. E a luci spente e show terminato? Ti spogli, ti rivesti, prendi la mega  bag di Dior,ci infili le Prada che ti hanno regalato dopo lo shooting saluti baci tutti amiche colleghe fotografi stilisti truccatori parrucchieri spacciatori e bye bye e vai in hotel. Il ragazzo dell’agenzia che ti fa autista ti guarda dolcemente dallo specchietto, e tu sorridi al tuo vuoto mentre cerchi non sai cose in una borsa enorme che contiene di tutto, e il telefono non tace..parli sorridi ridi e taci...Sei una splendida ragazza e una giovane  business woman, 4 ore di lavoro, 10.000 dollaroni..e per di più sei una figa della madonna. Potresti rischiare di essere felice, ma non sei mica così scema. Ovvio. Arrivi in hotel. Ma nessuno ti aspetta. E hai il mondo in fila per uscire con te. E ti aspetta. Aspetta una tua chiamata o aspetta l’ora che arrivi l’ora per chiamarti come ti diceva due sere prime che l’hai incontrato e folgorato. Il solito inferno  a luci spente. Tu e qualcuno di cui ti importa poco. Cosi per giocare. I loro insulsi soliti giochi. Eppure un tempo eri felice. Qualcuno c’era. Andava meglio. Certo. Magari domani esci e rincontri un uomo favoloso e per un po’ ti illudi di essere felice. Pensi sia un problema per una come noi? Hai visto come ci guardi. Spenderesti milioni per sbatterti una come noi. Il tuo manichino umano con le tette rifatte appoggiate. Ti divertiresti eh? Anche noi ci divertiamo cosa credi. Magari farlo insieme. Pensi che siamo delle insulse Bambi, tutte tenere  cerbiatte  perse nel bosco. No tesoro, è un gioco..abbiamo gambe da gazzelle,ma siamo delle iene. giochiamo tutte e due. Tu fai il cacciatore e noi le modelle. L’amore è il sole, il desiderio è carne e ti stordisce, scriveva nella sue poesie Ruslana, ritrovate dopo la morte nell’appartamento. Ma di cosa parliamo quando parliamo d’amore? Di qualcosa di più delle tue insulse mediocri stronzate a cui ti condanni. Per questo ne stiamo lontane. Ma Il gioco continua. A te i dadi! E se una di noi , una top come noi, vent’anni, bella ricca famosa, nel pieno splendore ma non felice, 4 ore di lavoro 20.000 dollari, nella mela più gustosa del mondo vola giù dal nono piano, Smetti un secondo di giocare e fermati per un attimo a pensare..

Torta Al Cocolato





Buonasera amiche..so tornataaa!!
Scusate l’assenza ma sono stata molto presa tra video, interviste documentari, cinema e trasmissioni radiofoniche che mi hanno tenuta lontana dai fornelli.

Bentornate ad una nuova puntata di Lola Kola..una diva in cucina. La ricetta che realizzeremo oggi è molto molto di più di una semplice torta al cioccolato, sennò che ci importa di una torta al chocolato se dietro non c’è un idea che Kola e del sano divertimento del resto come si dice..non mangiamo per fame e non scopiamo con amore..una tortina facile da preparare e vi assicura almeno 5 ore di divertimento..il segreto è tutto nel choccolato..sentirete che bomba..L’ho portata a Nicolas in radio  venerdi  a VIvA la Vadio dalle 13 su www.deliradio.it e ancora sta fatta!

Partiamo con la scheda degli ingredienti:

per la base
3 etti di farina bianca 00
1etto e mezzo di burro
1 uovo intero
2 tuorli
1 etto di zucchero
1 pizzico di sale
Mezza bustina di lievito per dolci

Per la copertura:
200 gr. di cioccolato fondente
3 cucchiai di latte

Partiamo adesso con la ricetta:

Preparate la base, lavorando la farina, i 2 tuorli e un uovo intero, lo zucchero il sale il lievito in polvere per dolci, e prima di accorpare il burro sciolto a bagno maria aggiungere un grammo. a persona di cioccolato o hashish, a vostro piacimento..comunque un grammo di fumo. Non esagerate con le dosi anche se pensate di essere delle fattone professioniste. Può essere rischioso, certo con quello che vi vedo bere, tirare su o mandare giù ai party non dovreste morire per un grammo di fumo..anyway.. Spesso quando realizzo questa ricetta molte amiche mi scrivono dicendo che ingerire sostanze stupefacenti può causare epatite,  tubercolosi o altre malattie…che sempliciotte…niente paure amiche..quando le sostanze sono lavorate a caldo vengono sterilizzate e non correte nessun rischio. E poi non mi sembra il caso di spacciarsi per delle signorine bon ton che non siete..vi ho visto più di una volta ingerire ogni grazia di dio e non siete ancora morte, e realizzare più volte dolci con uova e latte prodotte direttamente da voi..dunque amiche inculate qualcun’altraJ

Dunque, mescolate fino ad ottenere un composto omogeneo

Imburrate e infarinate una teglia e versate il composto
Infornate a circa 150 gradi per circa 30 minuti

Per la copertura:

mettete in un pentolino il latte e il cioccolato e fate sciogliere a bagno maria e ancora caldo versate sulla torta!

Per la copertura durante l’acquisto del chocolato o dell’ashish nessuna paura, è preferibile andare ad acquistare in due per una maggiore sicurezza, ma di solito la polizia è al corrente dello spaccio di sostanze stupefacenti nei punti vendita tra san lorenzo o pigneto. Di solito sono i venditori stesso, che mettono fretta allarmandovi dell’arrivo delle guardie, solo per crearvi un po’ di scompiglio emotivo, come se non ne avesse già abbastanza con quei fidanzati che vi ritrovate, lo fanno solo farvi sbrigare a dargli i soldi e darvi in cambio meno quantità..che matti stì spacciatori!

Pensate care amiche, avevo un fidanzato che faceva lo stesso lavoro, e quando era a corto di sostanze, ma avevamo bisogno di soldi, sbriciolava l’androcur, che è un farmaco che assumevo io per diventare una trans bella e favolosa..(come tutte le trans ovvio, lo sapete che ho un debole per loroJ) col risultato che i clienti ritornavano lo stesso pure se avevano pippato ormoni anziché coca. Si vede che funzionava pure come stupefacente o la gente è convinta di tutto, quindi non siete le uniche inutilmente convinte, belle mie!

È tutto amiche, lasciate raffreddare la torta e buon appetito..non siate golose , non esagerate con le dosi..anche se all’inizio non vi sembrerà dopo qualche ora starete fatte e scimmiate come delle scimmie che sembrate..

In alternativa potrete anche realizzare mono porzioni scegliendo la versione muffin..

 Vi consiglio di servire questa delizia al choco con una bottiglia di havana 7 anni. Non a testa mi auguro..

E’ tutto amiche, non devo dirvi altro. Buon appetito buona fattanzia buona ubriacatura, ci vediamo al too fat too late venerdi..

A venerdi prossimo

Sigla!

Il Piccolo Antonio Coco

In quel momento apparve Lola Kola
“Buon giorno”, disse Lola
“Buon giorno”, rispose il piccolo Antonio Coco, voltandosi ma non vide nessuno
“Sono qui”,disse la voce, ”sotto cassa al party del pride”
“Chi sei?” domandò il piccolo Antonio, “sei molto carina…”
“sono Lola Kola, Un’icona come te”, disse lei!
“Vieni a giocare con me”, disse Lola, “non sono addomesticata”
“Ah!scusa”, fece il piccolo Antonio
Ma dopo un momento di riflessione aggiunse:
“Che cosa vuol dire addomesticare?”
“gli uomini” disse Lola”hanno dei fucili e cacciano. E’ molto noioso!
Allevano anche le trans. E’ il loro solo interesse. Tu cerchi le trans?”
"No”, disse il piccolo Antonio. Cerco un bear. Che cosa vuol dire addomesticare?”
“E’ una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami…”
“Creare dei legami?”
“Certo”, disse Lola” Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una Lola uguale a centomila Lole. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo”.
“Comincio a capire”, disse il piccolo Antonio.”Hai speed? Keta?...credo che mi abbiano addomesticato solo loro…”
“E’ possibile”, disse Lola”capita di tutto sulla terra in questi party…”
“Oh! Non è sulla terra, forse al cassero”, disse il piccolo Antonio.
Lola Kola sembrò perplessa.
“Su un altro pianeta?”
“Si, a Bologna”
“Ci sono dei bears su questo pianeta?”
“No”
“Questo mi interessa! E le trans?”
“No”
“Non c’è niente di perfetto”, sospirò la kola.
Ma Lola ritornò alla sua idea:
“Sto’ euphoria è monotono. Io cerco delle trans, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte ste’ trans si assomigliano. E sti gayvisto uno visti tutti, come le bionde. E io mi annoio per tutto ciò. Ma se tu addomestichi la mia vita, sarò come illuminata. Conoscerò il rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi non mi ricordano nulla. E tutto questo è triste! Ma tu hai dei meravigliosi baffoni. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato come i miei splendidi capelli, ti farà pensare a me. E amerai il rumore del vento nel grano…”
La Kola tacque e guardò a lungo il piccolo Antonio.
“per favore…addomesticami”, disse.
“Volentieri”, rispose il piccolo Coco, “ma non ho molto tempo però. Vado al frutta e verdura dopo l’Euphoria!
Ho da scoprire degli amici e da conoscere molte cose”
“Non si conoscono che le cose che si addomesticano”, disse Lola  “gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un’amica addomesticami!”
“Che bisogna fare?” domandò il piccolo Antonio
“Bisogna essere molto pazienti”, rispose la kola.
“In principio tu sederai un po’ lontano da me, così nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino…”
Il piccolo Antonio coco ritornò l’indomani.
“Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora”, disse Lola.
“Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincrò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità.
Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi, scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore…Ci vogliono i riti”
“Che cos’è un rito?” disse il piccolo Coco…
“Vabbè a’ Coco nsai ‘n cazzo però…pensò la kola, ma sorrise…
“Anche questa è una cosa da tempo dimenticata?” chiese il piccolo Antonio
“E’ quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora dalle altre ore. C’è un rito, per esempio, presso il cassero a Bologna ogni primo venerdì del mese, i bears ballano con le trans del villaggio. Allora il venerdì al cassero è un giorno meraviglioso, metto anche i dischi disse il piccolo Dj Coq’nutz! Mi trovi sotto la consolle o al bar. Se i bears ballassero in un giorno qualsiasi i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza”
Così il piccolo Coco, sfinito tra lo speed, la keta e la lola addomesticò la Kola.
E quando l’ora della partenza fu vicina
“Ah!” disse la Kola.”…Piangerò”
“La colpa è tua”, disse il piccolo Antonio, “Io non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…”
“E’ vero”, disse Lola Kola.
“Ma piangerai!”disse il piccolo Antonio.
“E’ certo”, disse Lola
“Ma allora ch ci guadagni?”
“Ci guadagno”, disse la Kola “il ricordo dei tuoi baffoni”
Soggiunse:
“Va a rivedere le piante grasse. Capirai che la tua è unica al mondo”
“Quando ritornerai a dirmi addio ti regalerò un segreto”
Il piccolo Principe Antonio Coco se ne andò a rivedere le sue piante grasse.
“Voi non siete per niente simili alla mia rosa rossa, voi non siete ancora niente”, disse.
“Nessuno vi ha addomesticato e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia Lola. Non era che una Lola uguale a centomila altre.
“Ma ne ho fatto la mia rosa e ne ho fatto per me un fiore unico al mondo”
E le piante erano a disagio. Come spesso le grasse!
“Voi siete belle, ma siete vuote e grasse”, disse ancora. “Non si può morire per voi.
Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi assomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro, perché è lei che ho riparato col paravento, perché su di lei ho ucciso bruchi, salvo due o tre per le farfalle, perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, piangere o anche qualche volta anche tacere. Perché è il mio fiore” E ritornò da Lola Kola.
“Addio”,disse.
“Addio”, disse Lola.”Ecco il mio segreto. E’ molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”
“L’essenziale è invisibile agli occhi “, ripeté il piccolo Antonio, per ricordarselo
“E’ il tempo che tu hai perduto per i tuoi fiori che ha fatto i tuoi fiori così importanti”
“E’ il tempo che ho perduto per i miei fiori…”sussurrò il piccolo Antonio per ricordarselo
“Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare.
Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile dei tuoi fiori…”
“Io sono responsabile dei miei fiori…”Ripeté il piccolo Coco per ricordarselo..

venerdì 2 settembre 2011

 C’è gente che fugge, positivi, visioni celesti.,aborti,rapine. Ho un sesto senso per il talento e per i crimini. Sarò una dea,ma non sono bendata,mi basta uno sguardo.Ognuno ha un crimine. Ne ho raccolti di feriti e amati di morti...

"boa sorte"

Una parola magica per me. Come nel gioco del bondage. Puoi arrivare alle situazioni più disperate ma bisogna trovare delle parole. Nel bondage se sgoccioli sangue e vuoi fermarti basta dire "Pain". Nel mio gioco basta dire "Boa sorte" e sei libero.
..Lui maschio io non so.Decido io e  all’ultimo momento. Anche donna certo, decidi tu all’ultimo momento.E’ quello che complica la favola. Per piacerti dovrei scegliere un attimo prima. Ma a me non và.Perche dovrei scegliere una parte  se non sono neanche sicura di voler recitare. E se è l’altra parte uguale. Non svendo nulla Baby.Ho uomini  meravigliosi che sanno il prezzo delle cose e cosa comprano.

Lola Kola fotografata da Alessio Maximilian Schroder durante il tour corputrip di Luca Donnini

giovedì 1 settembre 2011

come puoi solamente immaginarlo??

Non sempre c’è un finale o una morale. Se fosse una torta al cioccolato e fossi Antonio Coco mi starei già leccando i baffi. Ma sono Lola Kola . Mi spiace .A venerdi prossimo!!
Siglaaaa!

venerdì 19 agosto 2011

That's it
There is no way
It over,
Good luck

Hello joe It's me!

Ormai non solo mi chiedono di scrivere."Lola un pò d'inferno e lacrime per favore", mi chiedono. E così disegno l'inferno.Chi lo ha visto lo conosce.é un all inclusive.Ogni tanto ci passi l'estate. Sai di cosa parli. Se cinquettassi amore non mi leggerebbe nessuno.Ma un posto bello c'è qui. Questo posto da cui ti scrivo.Qui è notte. Aspettiamo L'alba.Ma c'è una luna splendida.L'hai portata tu nella mia vita. Con una manciata di stelle.E polvere di crystal.Un momento d'oro dopo tutto, e ci sei tu. Sempre.Questa magia che riesci a creare basta una vita. Ma devo scrivere dell'inferno e così i toni diventano neri.Lacrime e superalcoolici. Questa è la ricetta.Sono rapita dai miei demoni che mi ordinano di scrivere. e fare tutto insieme.Bere scrivere e piangere. Un'energia che dopo dormo per 3 ore. Come non mai.E al risveglio mi ritrovo innamorata.Di un amore che ti parlerò. Che conosci che ci sei e che mi hai insegnato tu..e forse sta facendo giorno e l'alba è vicina.Buongiorno amore mio♥

il bacio d'oppio

Ritorno sempre due volte nel luogo dell'omicidio. Anche se ad essermi assassinata ero io, e per mano mia.Sono ostinata. Sono in mano ai miei demoni.Ritornano loro e ritorno io. Quanto meno per scocciare di nastro adesivo nero la sagoma della morte!Non ho altri sistemi pare. Mi provo facendomi a pezzi."signò so due etti che faccio lascio" "lascia che stasera er pupo cìa fame" e ci si gioca anche su. Ma l'inferno rimane. Per fortuna c'è l'aria condizionata. Non va così male da queste parti. O la temperatura è scesa o ci siamo abituati pure alle fiamme. Le stesse di una volta. E poi hanno ridipinto. C'è un tocco d'oro su tutto.Sia tocco sia oro. Ma a noi gli stessi ormoni di una volta, stesse droghe, nuove alghe di Daniel e tanto alcool.Quello meno di una volta. Hai finita la riserva,dicono. Aspettiamo il furgoncino dei liquori. Dice che ha una ruota sgonfia e ritarda.Non abbiamo fretta. Aspettiamo l'alba. Adda passà a nuttata. Come dici tu.Eppure queste notti non sono così male. Dopo tutto stai all'inferno. E hai gia la fortuna di avere in esclusiva la luna dall'altra parte del mare, così male non va.La stessa luna di un tempo. Più furba di me. Ci avevo litigato e non la guardavo, ma lei splendeva uguale.Fa sempre quello che le riesce meglio. Splendere e splende.Ma io tanto non la guardavo.Come oggi col mare. Mi ha persa e non mi vede. Punto.Non supero il lungo mare se non col cane per farlo pisciare.A quell'ora sono già rimasta sola da ore, ho mescolato tutto con tutto. Mi cade un tramonto addosso e non me ne accorgo.E vivere coi reporter fuori casa non aiuta.Divento una belva in queste gabbie. Eppure le frequento.We are no good!Per quanto ancora la sfideremo la morte per capriccio chissà. A queste temperature la morte non fa piu nè caldo nè freddo.Clima temperato. Eppure scende ancora una lacrima. Solo chi conosce un CUORE grande lo riconosce. E con quei baffi non puoi fare che il circo. Beauty will be convulsive or not at all.Sono fatta così. Eppure sulla carta tutto funziona. ricche famose e talentuose. Tra il leone d'oro e il disco d'oro. Un momento d'oro. Eppure non reggi.E attaccarti a ogni bottiglia che ti passa a tiro non aiuta.Eppure ci sono baby. Night and day.Come si può avere un cuore così e volerselo perdere. Ah in questo siamo state bravissime poi. Un vero talento.O l'amore ti ubriaca o niente. ma non siamo già abbastanza ubriache?No, reggo benissimo tesoro. So farmi male da sola grazie. Non c'è bisogno del tuo aiuto.Caso mai ricordi che non vado in chiesa da anni. Non mi piace andare in posti dove non sono amata. E che l'inferno sono stata bravissima a farlo qua giù.Non si scomodi nessuno per nessuna rivoluzione che non serve.Si tengano il loro Signore. Caso mai ci parlo io di persona.Abbiamo sgominato più di un buttafuori potremmo farcela. E il regalo di quella sera fu Max.Siamo risalite da certi addii.Certi addii arrivano così'.Bisogna farci pace.E chi parte prima aspetta l'altro. Così è baby,lo sai benissimo.E tu lo sai. E ci ho fatto pace subito. Tutto finito. Cosi' come era arrivato.A queste altezze funziona una buona sorte e addio. E tutto è andato. Non abbiamo bisogno di parole e questo è il risultato. Un muretto di cemento tra noi.Altro che cremata, cementata potrai riferire. Parlerà mio cugino per me. Lui lo sa. Ognuno ha un pezzo in mano della storia. Per quello non finirà qui.Abbiamo ancora tantissimi ospiti e una serata piena di sorprese. Aspettiamo il collegamento con l'inizio del festivalbar con una conduttrice d'eccezione e il solito parterre straordinario..Non vorrei farvi perdere tempo prezioso..
siglaa!..

lunedì 15 agosto 2011

Io no,sono due anni che sono incazzata col mare,e non ci metto piedi.E poi mi annoierei da sola. Sto dai miei, hanno uin terrazzo che si affaccia sul mare. Lo vedo da qui.Sembro estrema, infatti lo sono...Comunque ho accanto quello che mi serve. Una bottiglia e uno specchio!

venerdì 12 agosto 2011

Sono malata di dadi.Sono sempre stata attratta da loro. Come dalle trans. Vedo dadi per prima, perchè li cerco. Ne ho sempre un paio con me, per paura di non averne li ho tatuati. Come una malattia. Come Angelina jolie Mi confidava che faceva con le armi da fuoco da bambina.

lunedì 8 agosto 2011


Ho imparato quando facevo la modella a non innervosirmi per la noia e a sorridere sempre, anche se mi fumano i coglioni. Non è un lavoro semplice, devi interpretare solo con un abito tante donne diverse,e essere credibile in tutte..però se c’è Kate  in backstage è più facile


Col mio ingresso nel mondo della musica, non lascerò né il mio lavoro di modella né quello di attrice. In italia c’è questa brutta malattia di metterti un etichetta addosso. Quando i giornalisti mi chiedono cosa sono io rispondo “Lola Kola” e basta!

domenica 7 agosto 2011

Qui Qu'A Vu Coco?

To Do LolA

La cosa più geniale della mia vita è stata creare Lola Kola. Ma non prima di aver dovuto ingoiare tutto questo,e non è stato facile. Ho tante cose dentro di me. La diva la donna la bambina l’attrice la mamma la santa la puttana  la femmina e la cavalla. Tutte  convivono, io mi occupo solo che siano tutte libere e vere. Ma non mi sono mai nascosta dietro nessuna di loro. Non ho fatto mai un mistero che dietro tutte ci fosse un maschio. Essendo entrambi le cose, mi accorgo subito se uno  non ha chiaro cosa sono. Sono gentili corteggiatori carini,come si deve ad una ragazza. Appena capiscono mi trattano con perversione come fossi una truffa, come un feticcio. Per fortuna sono solida, non ho il senso dell'inadeguatezza e spiritosa. E ci rido su!E non mi sono mai fatta mancare niente. Ho avuto tutto. Eccessi, addii, lutti, dolori lancinanti, droghe, alcool, problemi  col cibo e sesso estremo e selvaggio. Quella è stata la parte più divertente. E quando scrivo che ho avuto più eroina che eroi non mento. Non ho mai mentito. Con la verità freghiamo tutti. Cosi scrissi un giorno al principe sulla rivoluzione. La sua eterna, la fuga. È una farfalla il Principe. Se vuoi che scappi devi tenere la mano chiusa. Allora scappa. Se apri la mano rimane sul tuo palmo, sbatte le ali ed è vivo. E si sente libero. Ritorna solo se è libero di andare. Se chiudi il palmo, spicca il volo e và. Da lui ho imparato ad amare, non come si può, ma come si deve. E quella farfalla  l’ho fermata su un abito che mi ha regalato lui. Come si regalano gli abiti. L’ha visto lui, ha voluto che lo provassi  e mi ha chiesto di potermelo regalare. Così fa il principe. E mentre lo  provavo  diceva che ero bella e incredibilmente donna. Una donna a forma di donna ho detto, e lui ha riso. E’ bello quando ride, gli si illuminano gli occhi e piega un pò la testa in avanti. Come se si vergognasse a ridere. E per un attimo mi si ferma il cuore, che non ho. Qualunque donna appare bella se c’è un principe che la guarda durante le riprese. E lui c’era quel giorno che si fece sera. E mi portò sul set dove dovevo girare il video di jo canto sambaca , che fu una hit quell’estate. E con quello fui proclamata regina dell’estate e miglior voce al Festivalbar…Oh mi sono persa nel backstage. Scusate devo andare  in scena. L’unico momento in cui tutto splende e sono splendida. Ma non sempre sono in scena, a volte sono qui. Davanti a voi. E sono vera.  E vivo i miei inferni che condivido. Passo giorni che sembrano notti. Notti e giorni in cui bevo, abuso di me e sfinita dalle lacrime ricomincio. Conosco benissimo il sapore delle lacrime e del mio sangue. L’ho sentito più volte sulla mia bocca . Tra labbra e bicchiere. Non ho mai fatto un mistero sul fatto che beva oltre misura, ed ho problemi con la droga. Non sono mai sicura di averne abbastanza per arrivare alla fine dell’after. Quello è il problema. Sono sempre stata attratta  dalla fine.  Se non ci fosse Liùc accanto a me sarei già andata, ma non sarebbe stato carino farsi trovare morta  al suo rientro a casa sua. Così ho stretto i denti e sono andata avanti. Fino a qui. Quella era un’occasione d’oro per me. Persa. E sono ancora qui. E non ho mai mentito su ciò che ho buttato giù o tirato su. E ci sono stati giorni che trionfare o morire era lo stesso, allora meglio morire. Ma ci vuole un tale amore ad andar via,che non riesco. Non saprei come, e non mi va di gravare ulteriormente su Nirvana  regalandole un altro lutto. Allora resto. Ma se resto è per la curiosità. Quella di vedere come andrà a finire. Siamo grandi talenti buttati via. Siamo sopravissute noi. Quello scrivono i giornali. Ma sui giornali c’è una Lola che conviene a loro. Che fa vendere. E così ci siamo vendute pure noi. Corpo ed anima , più corpo però. 100 euro a botta. Ma la botta era la loro. E a noi l’affitto di un mese fatto in mezza giornata. Anche  quando l’unico giornale che parlava di noi era il Messaggero,  tra gli annunci, mi sono salvata. Sono uscita da tutto, rimasta illesa da tutto. Sono sopravissuta a tutto. Come miracolata, anche all’eroina. Nulla mi spaventa,quella è la mia forza. Non ho mai smesso perché non ho mai cominciato. Ho collezionato  più uomini di un album di calciatori, i doppioni neanche li ho scambiati. Li ho regalati, ma non ho partecipato a competizioni dove il premio finale era l’uccello. Ci lavoravo con una mia amica. Ci giocavamo sopra e poi steccavamo i soldi. Quello sono stati gli uomini per me. E ci ho messi secoli per ritornare a farci amicizia. E noi eravamo perse. Perse nell’eroina e in bottiglie di vodka che nessuna delle due ricordava  da dove fossero arrivate. È stato l’inferno per noi. E i giornali si occupavano di noi solo perché eravamo un cattivo esempio per le adolescenti. Troppo magre scrivevano. Malate, non reggono il palco, tournèe annullate, licenziate e abbandonate. Di quello si occupavano. Ma di noi non si occupava nessuno.  Eravamo solo corpi da circo. E il circo ci toccava fare.  Cominciai subito. Non ho mai negato di aver avuto relazioni con i miei professori di italiano o essere andata con le transessuali.  Le trans mi sono sempre piaciute . Sono sempre stata attratta da loro, da sempre.  Io non ci trovo niente di male. .Fu con Alberto che cominciò. Lo incontrai una sera in un locale che frequentavo spesso. Era venuto a Roma per capodanno. Un ragazzo carino, pulito. Né fumo, né alcool, stupefacenti neanche a parlarne. Neanche il caffè. Mai avuto un ragazzo così. Mi si avvicino chiedendomi se ero disposta a farlo mentre la sua amica ci guardava. Io risposi di sì,ma non  ero certa fin dove mi sarei spinta. Infondo era strano, mi sembrava così lontano da certi giochetti. Scoprii subito che aveva un gran talento. Gli unici uomini che mi interessano sono quelli che hanno talento. Gli altri mi annoiano o mi fanno tenerezza. Andò splendidamente. La sua amica si divertì più di noi. Prima di andare via di chiese il mio numero e se la sera successiva fossi libera per vederlo. Ci vedemmo la sera successiva  e tutti i giorni dopo, per tutte le vacanze fino alle feste, che alla fine diventarono le feste che lui faceva a  me. La sera successiva mi portò in locale per scambisti. Vinsi il titolo di sirena della sauna e vinsi la sua amica, che era lì. Ma stavolta volle essere lui a guardare. Io mi divertivo, volevo piacergli, già arrivare ad un secondo appuntamento è un miracolo a volte. Era un mago nel fare questi giochetti.  Non pensava ad altro che a quello. Io ero innamorata come una ragazzina, e mi divertivo come una pazza, solo un pò più stanca. Ho fatto tutto con lui. Nessuna delle abbinate è stata scartata. Non mi sono tirata indietro mai. A letto non mi schifo niente. Solo in certe ammucchiate non mi diverto, troppa confusione, ma fino a sei si. Reggo tutti. Non è facile a volte saper gestire la stessa donna che vedono al cinema o sul palco a quella della mattina successiva. Ho creato un personaggio ma sono stufa di pagare il biglietto per assistere allo spettacolo di me stessa. E cosi giochi d’attacco e dopo una notte di follia non ti vedono più, ma solo perché al risveglio non so che donna dovrei essere a servirti il caffè, più facile servire un addio.  E così per vedere se reggi prima di avermi devi superare uno shock. Il bello della favola è che i migliori più li sciocchi più ritornano. Ho avuto uomini pazzescamente belli e abiti favolosi. Più abiti però. Non sempre ricordo gli uomini con cui passo la notte. Ma se mi sono divertita sono pieni di lividi e botte. E quel giorno che ci svegliammo morte, neanche si poté riposare in pace, ma questo lo sapete già. E allora vi ricordo di spedire le cartoline per la lotteria della befana del sei gennaio e che più cartoline spedite  più possibilità avete di vincere. Buon fantastico a tutti a sabato prossimo felicità

Sigla!

Il sette legittimo

Mi è sempre piaciuto sovvertire le regole del gioco. Da sempre. In quello dell’oca io faccio il gioco e tu fai l’oca. Se ti sembra che io sia stia facendo l’oca è solo perché l’immagine dell’oca è comoda, c’è il vantaggio che non devi fare nessuno sforzo, ma sono io che decido e non aspettarti che sia giuliva però. Negli scacchi sono il cavallo, e come ogni bionda, l’unico pezzo che può muoversi in avanti e in obliquo e trionfare vincitrice scavalcando torri e ingoiando Regine. E adoro la tensione del poker quando è difficile capire chi bara e chi è cip, ho sempre vinto col mio asso nella manica, ma io non baro e non sono cheap. Sono queste le regole del gioco se vuoi giocare con me. Ai dadi è inutile sfidarmi, ho una fortuna innata. Ho sempre fatto sette legittimo,cinque e due  su tre tiri, al primo colpo ho sempre vinto. Nella mia favola c’è un solo Re, che fa sette da solo ed è l’unico che vince,cosi in linea col suo regno,sul suo trono, corona  e il suo amore corrisposto. E non sono mai inciampata nelle favole. Mai ascoltato le tue storie su insulse principesse a forma di principesse o belle e addormentate in attesa di un principe azzurro su tanto di cavallo che attendono il risveglio, solo grazie a un loro bacio e condannarmi così a un lieto fine con te, felici e contenti. Mai andata al ballo con la speranza che tu mi scegliessi, Miss Italia non fa per me. Neanche la Regina cattiva mi intriga. La cattiveria, come il dolore, sono lussi che non posso permettermi, invecchiano la pelle. Questo gioco lo lascio alle mediocri. Riprenditi il tuo castello, il tuo oro il tuo titolo e il tuo domani. Il mio di principe arrivò una sera dalla sua isola, ero sveglia, non riposavo affatto nella mia bara di cristallo e bastò uno sguardo. Tutto cominciò con la visione condivisa della luna. E io stupida a guardare  i san pietrini del mio cortile e mi incazzai pure con lei, che splendeva da sola e a me non dava neanche il tempo di avere qualcuno accanto con cui guardarla. Ma abbiamo fregato pure lei, e lui è ancora qui con cui guardarla. Le tue favole non fanno per me, scusami. Ho di meglio da fare, ho talento e sogni e vorrei finire le mie cose. Gioca da solo se vuoi, io ti guardo giocare, ma solo per il gusto di vedere fin dove arrivi, come ti comporti coi compagni di squadra e con gli avversari, come sorridi mentre bari perché pensi che non me ne accorga, e come ti muovi imbarazzato perché ti aggiudico un punto non meritato e hai paura che ti scopra. Da lì capisco chi sei. Sono una dea del gioco, ma non sono bendata. Ci vedo benissimo. Ti capisco in un attimo, mi basta un tuo sguardo. E sono troppo più furba dei tuoi giochetti, che sono sempre gli stessi. Nuovi un tempo, quando decisi di farti venir fuori dalla confezione e venne fuori un bambolotto abbigliato per andare alla guerra e in dotazione qualche scoppio e un po’ di bombe. Un meraviglioso giochetto nuovo sotto l’albero di Natale. E io una bimba di sei anni, curiosa di ogni uomo da scartare. Ma a Santo Stefano  ti avevo già dimenticato. Col risultato che risultai una bimba capricciosa, piena di giochi a cui non più interessata e non ne merita altri. Mai giocato con le tue bambole. Se gioco decido io chi è la bambola. Se ho scelto per la bambola,e dopo aver a lungo letto il copione e intuito il finale,e perché era il ruolo più complesso del tuo, un ruolo che conosco a memoria, non avrai un oscar per questo e il tuo film non ha che un triste e ovvio finale. Ma i tuoi giochi arrivano da soli ormai, e già usati. Non sono mai stata sedotta da te. Ti ho solo sedotto. Io ti ho preso e ora ti lascio. A sabato prossimo e stasera a letto senza sigla.

sabato 6 agosto 2011

Veleno per Top





Signore buonaseraa. Bentornate alla diva in cucina. Sono la vostra Kola preferita. Deliziosa e rinfrescante come sempre. Dietro una diva c’è una donna e dietro una top due bottom. La ricetta di oggi è piatto caldo che volendo potrete servire anche freddo. Come nella migliore tradizione della cucina italiana. Un ottimo primo. Una ricetta presa  dal cinema. Un primo che diventa ultimo,ma pieno di gusto. E tutte noi abbiamo splendide colleghe da invitare a cena, bionde è meglio, e confermarsi sempre le migliori in cucina, meno come amiche, non più come colleghe. Intanto passiamo alla lista degli ingredienti. Non tutti però. Adoro le sorprese.

Ingredienti

Maccheroni

Melanzane

cipolla
Pomodoro

Uva passa

Noci

Pecorino

La mia amata pasta alla norma, con in più un click d’ironia. A parte friggete le melanzane che unire al sugo sul finale di cottura. Intanto soffriggete la cipolla e l’uva passa in olio extra vergine d’oliva, l’unica che ancora merita questo titolo, e fate intanto il sugo con mezza polpa e mezza passata. Non l’unica che merita questo titolo, però. Ma ci passiamo sopra. Alla fine aggiungete le melanzane fritte e qualche noce. Abbondante pecorino e servite. E buon appetito. La ricetta non finisce qui. Nel piatto della vostra amica aggiungete quattro bustine di veleno per top. Inutile dirvi di farvi confessare dalla vostra collega se è bulimica. Certe ricette per il successo  ci piacciono, e fanno sempre un bell’effetto, fosse l’ultimo ma lo fanno, sono come noi brutte sporche e cattive. Capirete perché la stagione successiva siete diventate voi il volto immagine di L’Oreal. Eravate le uniche rimaste vive. Le Regine incontrastate sul palinsesto. E li su vogliamo stare. E’ tutto, mise en plat e buon appetito. Servite un fresco gewuztraminer,il bianco preferito della diva. Andrebbe il rosso ma le dive sono capricciose e bevono quello che vogliono. Vi saluto e vi do appuntamento alla prossima con la magnifica torta per la nonna. Bette, la regina del poker. Fossi Antonio Coco mi starei già leccando i baffi. Ma sono Lola Kola. Mi spiace. A venerdi prossimo.

Siglaa!

Il domatore delle cavalle



Una sera pensai che sarei dovuta uscire e trovarmi un domatore col cavallo tutto mio. E cosi feci. Uscii dal circo  chiusi le gabbie e andai a ballare. Nella foto a sinistra lola indossa top intimo in georgette e pizzo di la perali gonna a volant di alberta ferretti, sandaletti neri christian laboutine .make up chanel .bella molto magra ancora mora Agenzia models milano .chiunque ci sarebbe cascato nella fiaba. Prima del domatore quella sera incontrai il cavallo. Mi si avvicina mi offre da bere mi chiede il numero dicendo che sarebbe tornato ma quella sera aveva già un numero in programma con un’altra acrobata. Bel tipo lui, bel cavallo pensai. puro sangue italiano del sud. Estremo. Dopo qualche giorno mi ritelefona mi chiede di poter passare da me. Ovvio risposi. Ma non ricordavo chi fosse. Io ero nella mia gabbia. Live show per soli uomini e non solo il numero della doppia emozione italiane trans chiama due al prezzo di due. Vinci o trionfi. Grandi show. Mi divertivo cosi. Chiusa in casa a strafarmi e strabere e fare sesso a pagamento. Avrei potuto perdere la testa in qualche show, come infatti andò. Però avevo bisogno di uno che mi proteggesse da vicino. bobygard and love. E quella sera dopo lo trovai. Ero a cavallo. Io nei miei personaggi vado infondo, studio la parte fino allo spasmo. Bisogna attraversarle le cose per capirle davvero. Lo so che mi leggi. E sono arrivata alla fine del film con grandi applausi e qualche statuetta d’oro. L’aria che si respirava a cannes quell’anno era forte e quando incontrai Anjelina jolie sul carpet che era incinta capii che eravamo veramente felici. Angelina è la meno morbosa tra noi attrici. La più buona. Quella che con cui mi trovo meglio. E ha reso meraviglioso il mio amico Brad perché c’era lei accanto. Ma siamo rimaste le ragazzacce di un tempo. Doveste leggere i nostri messaggi,altro che caserme. E cosi io partii per il mio ruolo e lei fece un bimbo. E intanto mi chiamava sto cavallo che stava passando. Era rimasto il cavallo di qualche sera prima. Nell’aria il solito profumo di abbondanti stupefacenti a volte facentissimi litri di vodka solventi g per tori meccanici ormoni e tanta fantasia. . Nel vestire no. Bastava uno string de la perla autoreggenti Philippe matignon e sandali Di’ Or. Quella era la moda di allora. Non sapevamo cosa indossare e non indossavamo niente. Ho sempre precorso i tempi nella moda. Ma nemmemo a Cocò chanel piaceva l’idea di passare da orfanella perché staccava i fagiani dai cappelli delle signore. E guai a chiamarla madame che si incazzava come una belva. E comunque appena arrivò il principe della favola si capì subito vestita così che tipo di numero facessi.. La tigre. Argh. Ovvio quando entrò in scena il cavallo le puledre lo vedono subito. Cosi qualcosa si riscaldò troppo durante il numero del salto del cerchio di fuoco che spesso una si fa male. Tralascio la storia della fiaba che la mia amica mi tirò una pizza margherita alle spalle e io la menai. E lui si trovò in mezzo e prese qualche schiaffo. In tanti miei film ci sono schiaffi. Si divertì molto però. Così finiscono le fiabe spesso nel mio circo. Numero con botte. Prese e date. Come l’amore è. Non ha assistito ad un bello spettacolo effettivamente. E intanto scoprì che la dentro al circo giravano trans droghe clienti soldi. Due più due de più. E non eravamo manco tanto bionde allora. E poi a lui le more piacevano. Le sapeva coltivare far crescere fiorire. Un grande maestro d’arte dello show era infondo il mio domatore di quella fiaba. Il giorno dopo mi chiese se poteva rimanere. Si risposi, ma non più di sette mesi però. Così finì la favola come era iniziata. Mi sono molto divertita a girare quel film. Il ruolo mi si addiceva molto. Il pubblico lo sente. E dire che era anche un momento in cui ero molto castigata nel mangiare nel bere poca droga che in realtà girava sempre e meno follie da star system solito,di cui sono pure un po’ stufa,tanto per chiarire come si vive a Hollywood ultimamente, per intendersi. Per sette mesi ci siamo voluti molto accanto troppo accanto a volte troppo dentro. Non è facile avere un domatore. Poi nella stessa gabbia soppalcata nero specchi e catene non era male. E io intanto studiavo i miei copioni. La regina della scena. Del piacere e poi stare dietro a lui significava tirar fuori altre donne e spesso se non hai le palle è dura. E gestire un inferno così ti costa. Per quello è splendido quel film, era tutto vero ed io felice. Comunque. Avevo realizzato il mio sogno di bambina e fare un film su una bambina che voleva vivere in un circo.  E accettai la parte. Durante gli show della tigre lui spesso rimaneva sul soppalco sulle travi di legno. Spesso girava video durante gli show nascosto vendeva pezzi durante l’intervallo degli show mentre i ragazzi preparavano le gabbie. Io preparavo i solventi per il numero. L’aria nel backstage è spesso tesa. I minuti in cui stai dietro quando devi uscire per cocondurre  sanremo è forte. Come quando hai un principe fuori al castello che ti aspetta. E aspetta solo te e tu solo lui. Altra fiaba quella. Tutto ritorna col sette legittimo si sa. cinque e sette. Su tre tiri. Di solito al primo. Ho una fortuna sfacciata coi dadi. Ognuno ha le sue favole. L’importante che prendi bene la luce mentre giri e sei vera mentre lo fai ti porti a casa un bello spettacolo. Ovvio tutto compreso. schiaffi addi ritorni lacrime sangue e tori meccanici. E comunque non mi sono mai pentita di aver fatto film porno. Non ci trovo niente di male si guadagna anche bene e noi siamo viziose creature. Il nostro unico problema con la droga è quanta comprarne. Sennò che favola racconti. Di solito si passava la giornata sul set. Si faceva tutto lì, si viveva lì. Era sempre un backstage Ho imparato quando facevo la modella a non i innervosirmi per la noia e sorridere sempre anche se ti fumano i coglioni. E devi riuscire a interpretare solo con abito tante donne diverse e devi essere credibile in tutte. Quando non indossi niente è più facile. Sono curiosa. Mi piace mettere gli uomini a nudo poi. Sono più belli. E tra tutte le terapie questa è la migliori. E se nel backstage c’è kate c’e sicuro divertimento. Quando non ero sul set mi occupavo del resto. Intanto del risveglio. Colazione con caffè e sogni integrali al miele cioccolatini al rum e pera un jack daniel e un po di vitamine alla ciliegia ormoni e fiori da sanremo. “sei splendida” mi diceva al mattino. Non era manco mattina. Io apparivo splendidamente ma ovvio che quando lo svegliavo ero già stata al trucco. E avevo già girato qualche scena, e provato il balletto. Con me stai sempre in scena mai un minuto da perdere. E devi trovare anche il tempo di ritrovarti. Magari piangi in casa da sola perché ti senti grassa e il giorno dopo sei in bikini sorridente in copertina. Non è facile starsi dietro col tanto che devi tirar fuori per reggere. Tanto di tutto. A volte rischi che il successo ti giri alla testa. Così per non perdermi dovevo ritrovare la bellezza di un bacio dato per regalo, e sulla scena far sgocciolare sesso ai ragazzi e poi tornare una brava ragazza. Siamo un genere di donne che sa dare buoni consigli e cattivo esempio..e sappiamo ancora benissimo su cosa mettere bocca. Ed ho capito subito che bisognava far tutto, giocare a rugby e durante l’intervallo fare la majorette. Tutto fino in fondo,così finiscono certe favole. Una mattina il domatore si sveglio presto,fece le valigie e se ne andò. Senza salutare. Era il 21 marzo, così cominciano certe primavere. Con uno che se ne va, sembrava novembre e per un errore di una parola troppo hard l’articolo su di me non partì quel giorno. Un giorno in cui ti svegli morta ma neanche puoi riposare in pace che hai un intervista in esclusiva e la fota di copertina, e ci convincono a restare vive. E devi mandare la siglaa!

venerdì 29 luglio 2011

TORTA AL CIOCCOLATO E PERA

Signora e signore  benvenute..oggi per il solito appuntamento con lola kola  “una diva in cucina"prepareremo insieme una deliziosa torta di cioccolato con le pere..Non la classica torta però, e non la solita pera..qualcosa di molto più gustoso ho in serbo per voi oggi..e domani ne vorrete ancora e ancora e ancora..partiamo intanto con la scheda degli ingredienti per la torta,prima che sia tardi e ci sfumano col telegiornale come ogni  altra fottuta puntata..
Partiamo con la ricetta..




     INGREDIENTI:
Per la base:
3etti di farina bianca 1etto e mezzo di burro a temperatura ambiente 2 tuorli
1 uovo intero
1 etto di zucchero
1 pizzico di sale
mezza bustina di lievito per dolci
Per il ripieno:
5 cucchiai di farina bianca
5 cucchiai colmi di zucchero
1 cucchiaio di cacao
1 cucchiaino di lievito
3 uova
5 cucchiai di olio
un pizzico di sale
Per la copertura:
200gr. di cioccolato fondente
3 cucchiai di latte

RICETTA:
Preparare la base lavorando la farina , i 2 tuorli e un uovo intero, lo zucchero il sale, il burro a temperatura ambiente e il lievito in polvere per dolci, riporre in luogo fresco per circa 30 minuti.
Setacciare in una ciotola la farina il lievito e il cacao
Unire sale uova e olio.
Mescolare fino ad ottenere un composto omogeneo.
Imburrare e infarinare una teglia foderare con il composto per la base, tenendo i bordi più alti.
Versare il composto al cioccolato
Infornare a circa 150 gradi per circa 30 minuti.
Lasciare raffreddare, togliere la torta dallo stampo e ricoprirla con il cioccolato fuso a bagnomaria.
Riporre in frigorifero per circa 1 ora e servire.
Nel caso non avesse voglia di tutto  sto’  casino in cucina, trovate in tutti i reparti frigo di ogni supermercato delle ottime torte al cioccolato in busta. Basterà aprirla e versare il contenuto  in una teglia e infornarla a 150 gradi per circa 30 minuti. Tanto non è peggio delle torte che servite ai vostri ospiti spacciandole per fatte da voi. Sono solo fatte come voi, ma almeno loro hanno un aspetto migliore. Alle brutte ci sarà una pasticceria in quello squallido quartiere in cui vi siete condannati a vivere, embè scendi e ne compri una. Però non avete voglia di far niente amiche..manco una torta al cioccolato e state pure qui a guardare i programmi di cucina..vabbè anyway..it’s your fucking life..

Per  la pera ecco gli ingredienti:
Un grammo  di Eroina

Una fettina di limone

Acqua distillata

In un  cucchiaino da caffè, versate l’eroina e l’acqua distillata. Con la fiamma di un accendino fate in modo miscelate il tutto,riscaldando  sotto il cucchiaino. Poi spruzzate qualche goccia di limone per sterilizzare. Se preferite potete sostituire con  fiori d’arancio  o profumo agli agrumi. A vostra scelta. Le nostre preferite sono le pere all’anice. Versate tutto in una siringa sterilizzata e dopo aver  visualizzato la vena più golosa grazie ad un laccio emostatico..iniettate in vena e buon viaggio..
Al vostro risveglio avrete sicuramente voglia di cioccolato..ed ecco che lì in frigo c’è una splendida torta al cioccolato ad attendervi..
Vi sembrerà un miracolo dopo il vostro viaggetto di un’ora , un’ora e mezza..

Tutto fatto amiche, voi comprese..Vi saluto , vi ringrazio di essere state ancora una volta in mia compagnia e vi do appuntamento alla prossima  puntata in compagnia di Lola Kola..

In caso stanotte non riuscite a dormire vi consigliamo un paio di rivotril, una bomba amiche. Dormirete come angioletti e domani sarete fresche come mai..si si proprio fresche..come appena uscite dalla cella frigorifera..in ogni caso non prendetevela con la torta  cioccolato, se non riuscite a prendere sonno è per colpa delle pere, eh care amiche..

Arrivederci  a voi care, tanta felicità..

Siglaa!