venerdì 29 luglio 2011

TORTA AL CIOCCOLATO E PERA

Signora e signore  benvenute..oggi per il solito appuntamento con lola kola  “una diva in cucina"prepareremo insieme una deliziosa torta di cioccolato con le pere..Non la classica torta però, e non la solita pera..qualcosa di molto più gustoso ho in serbo per voi oggi..e domani ne vorrete ancora e ancora e ancora..partiamo intanto con la scheda degli ingredienti per la torta,prima che sia tardi e ci sfumano col telegiornale come ogni  altra fottuta puntata..
Partiamo con la ricetta..




     INGREDIENTI:
Per la base:
3etti di farina bianca 1etto e mezzo di burro a temperatura ambiente 2 tuorli
1 uovo intero
1 etto di zucchero
1 pizzico di sale
mezza bustina di lievito per dolci
Per il ripieno:
5 cucchiai di farina bianca
5 cucchiai colmi di zucchero
1 cucchiaio di cacao
1 cucchiaino di lievito
3 uova
5 cucchiai di olio
un pizzico di sale
Per la copertura:
200gr. di cioccolato fondente
3 cucchiai di latte

RICETTA:
Preparare la base lavorando la farina , i 2 tuorli e un uovo intero, lo zucchero il sale, il burro a temperatura ambiente e il lievito in polvere per dolci, riporre in luogo fresco per circa 30 minuti.
Setacciare in una ciotola la farina il lievito e il cacao
Unire sale uova e olio.
Mescolare fino ad ottenere un composto omogeneo.
Imburrare e infarinare una teglia foderare con il composto per la base, tenendo i bordi più alti.
Versare il composto al cioccolato
Infornare a circa 150 gradi per circa 30 minuti.
Lasciare raffreddare, togliere la torta dallo stampo e ricoprirla con il cioccolato fuso a bagnomaria.
Riporre in frigorifero per circa 1 ora e servire.
Nel caso non avesse voglia di tutto  sto’  casino in cucina, trovate in tutti i reparti frigo di ogni supermercato delle ottime torte al cioccolato in busta. Basterà aprirla e versare il contenuto  in una teglia e infornarla a 150 gradi per circa 30 minuti. Tanto non è peggio delle torte che servite ai vostri ospiti spacciandole per fatte da voi. Sono solo fatte come voi, ma almeno loro hanno un aspetto migliore. Alle brutte ci sarà una pasticceria in quello squallido quartiere in cui vi siete condannati a vivere, embè scendi e ne compri una. Però non avete voglia di far niente amiche..manco una torta al cioccolato e state pure qui a guardare i programmi di cucina..vabbè anyway..it’s your fucking life..

Per  la pera ecco gli ingredienti:
Un grammo  di Eroina

Una fettina di limone

Acqua distillata

In un  cucchiaino da caffè, versate l’eroina e l’acqua distillata. Con la fiamma di un accendino fate in modo miscelate il tutto,riscaldando  sotto il cucchiaino. Poi spruzzate qualche goccia di limone per sterilizzare. Se preferite potete sostituire con  fiori d’arancio  o profumo agli agrumi. A vostra scelta. Le nostre preferite sono le pere all’anice. Versate tutto in una siringa sterilizzata e dopo aver  visualizzato la vena più golosa grazie ad un laccio emostatico..iniettate in vena e buon viaggio..
Al vostro risveglio avrete sicuramente voglia di cioccolato..ed ecco che lì in frigo c’è una splendida torta al cioccolato ad attendervi..
Vi sembrerà un miracolo dopo il vostro viaggetto di un’ora , un’ora e mezza..

Tutto fatto amiche, voi comprese..Vi saluto , vi ringrazio di essere state ancora una volta in mia compagnia e vi do appuntamento alla prossima  puntata in compagnia di Lola Kola..

In caso stanotte non riuscite a dormire vi consigliamo un paio di rivotril, una bomba amiche. Dormirete come angioletti e domani sarete fresche come mai..si si proprio fresche..come appena uscite dalla cella frigorifera..in ogni caso non prendetevela con la torta  cioccolato, se non riuscite a prendere sonno è per colpa delle pere, eh care amiche..

Arrivederci  a voi care, tanta felicità..

Siglaa!

COCO?OUI. C'EST MOI!





Lola Kola non esiste più. Almeno quella che avete creduto di vedere fino ad ieri.  Queste le dichiarazioni della diva a vanity fair sul numero di agosto. Quella diva non esiste più, dichiara, e quella bionda di ieri non mi rappresenta più.  E’ ancora la splendida Kola però, nonostante i capricci a cui ha abituato da oltre vent’anni la stampa e l’entourage che la segue, arriva sul set per la  foto di copertina ed è il solito  miracolo. Il fotografo impazzisce”..E’ l’ottava meraviglia Lola,è unica, poche come lei reggono le foto, è in tutte..”, commenta mentre la guarda nella  sua canon.. le luci si illuminano quando appare, l’aria cambia…la stessa aria che ha elettrizzato ogni sua apparizione, dalle passerelle, al cinema, alla televisione fino al teatro Ariston di sanremo che l'ha vista trionfare come conduttrice nella ultima edizione, e  come solo lei sa fare ha tenuto incollati milioni di italiani ai teleschermi..Incontrarla è stata un odissea. Settimane per rintracciarla. E’ stata chiusa per settimane all’hotel Ergife dove provava le ultime tute che Marc Jacob ha creato per lei. Rilascia interviste al telefono per altri settimanali,ride parla a raffica fuma e beve oltre misura, si sistema i capelli. Sorride,poi risponde e parla con con sua figlia, Pepsi,nata dalla sua relazione con un fotografo tedesco, .”si tesoro,puoi rimanere da Maria Lourdes questo weekend, ho già parlato con la sua mamma”riattacca e sorride. Ritorna seria, la immagine di bionda ha fatto il suo tempo,basta. Non sono più quella. Intanto quello,precisa. Lola Kola mi ha portato fortuna fin ora ma non si può rimanere vittime di se stessi. Ho tante donne dentro. Il problema è fuori. Ritroverò un immagine più vera, più vicina alla ragazza che sento di essere nuovamente. Lascerò il mondo dello spettacolo. Ho dato tutto ormai,e  quasi a tutti. Ritornerò ad imparare. E’ già stato deciso. Sarò un ottima assistente imbianchino. Ottimo,si corregge. Ogni tanto ancora mi confondo. Ma non sono mai stata dietro ai generi. Entrambi una bugia per me, quella che sono è una scelta estetica,io voglio stare sul confine, so esattamente cosa sia essere l’una e l’altra cosa. Sono sempre stata così, nessuna delle due cose calza a pennello..Sorride la diva.. Si,pennello. Ho sempre pensato di avere ancora delle cose da dire nell’arte e potermi esprimere anche come pittrice. E quello faremo. Imbiancheremo. Ci sono tante case che ancora hanno bisogno di una bella rimbiancata..con tutte ste’ cucine che fanno il fumo poi..e quello faremo io e il nuovo maestro, il mio Re Leone,come lo chiama la diva, vi rimbiancheremo casa e ci prenderemo il fumo… I miei biondi capelli sono solo un ricordo, così come l’immagine di diva fredda distante distaccata e algida è andata, ritornerò ad un colore più vicino all’originale,continua;la luce dai suoi occhi ,come  Il suo sorriso rimane lo stesso però, se non fosse che ora è incorniciato dai suoi nuovi baffi, che sembrano rubati ad un domeatore di leoni, che la maison Yves Saint Laurent ha creato appositamente per la diva. Così come la vedremo nella conferenza stampa che la diva ha in settembre per salutare amiche colleghe ed addetti al lavoro almeno per po’…Si, è quella che sono oggi, e questa voglio essere. Per un po’ basta Lola Kola..Chiamatemi Lolo Coco..

martedì 26 luglio 2011

Una Diva In Cucina

In ogni libro che una diva decide di consegnare alla sua storia deve esserci almeno una ricetta. Questo imparai quell’estate, grazie a Giovanna Miranda che per prima ha creduto in me come donna di spettacolo,e il grande maestro Castellana a cui venne affidata la regia. Cominciò così la mia ascesa verso il palinsesto, di cui sono oggi la Regina incontrastata, oltre a Simona. Ma per evitare di finire sugli stessi palinsesti, evito calcio e reality. Così mi fu offerto un programma di cucina. Non ero mai stata interessata alla cucina prima, ho bazzicato altre camere prima, da letto soprattutto. Avevo già condotto altri show, ma mai in televisione. Neanche c’è l'ho. Avevo condotto l’edizione del Supertombolone una sera di Natale a casa di Nicola. Superba scrissero i giornali. Così mi fu affidata la conduzione di un talent show la primavera successiva. 5 dj non professionisti si sfidavano alla consolle, bastava poco per capire che non erano professionisti. Alcuni i piatti avrebbero solo dovuto lavarli. Ma io trionfai. E vinsi. Purtroppo ricordo poco, durante le pause stavo spesso al bar, e noto come è che sono un’ubriacona, a metà puntata non sapevo dove fossi e non ricordo come andava a finire. Splendidamente dicevano. Quindi fui riconfermati. Grazie a quello feci piccole parti in film che non vide neanche il regista, video mai pubblicati, foto mai viste, libri mai stampati e dischi mai cantati. Come tante mie colleghe, mai fatto niente eppure nell’olimpo. E così, la società che mi segue decise per me la strada della tv e della cucina. Marlene Dietrich fece il resto. Si, lei. Un nome che come suggerisce Monsieur Cocteau comincia con una carezza e finisce con un colpo di frusta. E io, come suggerì il grande maestro Elio castellana, comincio con la L e finisco con la A. Fu Marlene ad insegnarmi che dietro una diva si nasconde una donna e dietro ai fornelli c’è un grande gesto d’amore e un doppio piacere. Cucinare per gli amori della nostra e vederli mangiare il cibo cucinato da noi. E pensare che avrei voluto ereditare da Marlene il suo essere fredda, glaciale e senza sentimenti. Macchè mi insegnò a fare le wienerschnitzel, niente paura amiche classiche cotolette alla viennese accompagnate da un contorno di patate fritte al profumo di aneto. Un sapore inusuale per delle patate fritte ma a Marlene piaceva, come il gewurtztraminer. Così partimmo per la ricetta. Dopo marlene avremmo dovuto incontrare sophia loren e il segreto del ragù, e la faraona farcita di Marylin Monroe. Ma finì prima di cominciare. Ma io non ho stress, se il mio pubblico mi vuole bene, sennò ritorno nella mia trattoria. Così feci. Per 10 anni ho inseguito Elio castellana. Davanti a certe opere d’arte o mi sconvolgi definitivamente o mi giro e vado al bar. Tanti artisti osannati come tali o mi annoiano o mi fanno tenerezza. O mi arriva un calcio ai coglioni o mi scende una lacrima o mi cade una goccia di sangue, o ordino un triplo jack e vado a casa. Così fu con Elio. Tutto questo.  E un giorno vidi Il suo kinder garden realizzato con l’accedemia degli artefatti. Un paradiso terrestre perfetto ma andato a male, tutto sfiorito. Tutto finito. Con tanto di adamo ed eva persi sotto un cubo di cristallo. E non fui più la stessa. Come davanti alle opere di silicone e residui umani della Piccininni. O tutto o niente. A volte sembro estremo. Ma io lo sono davvero. Sono andata troppo in alto per volare basso ormai, e l’umanità o mi sconvolge o mi annoia, ma dopo quella visione volevo sapere chi fosse quel genio che aveva potuto pensare quel miracolo. Elio castellana, mi dissero. Devo conoscerlo assolutamente. Ho bisogno di genio. 10 anni ho sudato per avere Elio nella mia vita. Andavo a tutte le feste, le cene e i vernissage dove sapevo che sarebbe apparso e non mi degnava di uno sguardo. 10 anni mi ha lasciato sudare. Avrei continuato così per il resto della mia vita, accontentarmi di quello che potevo. Anche solo vederlo. Ma una sera successe un altro miracolo. Incontrai Silvio, oggi conosciuto come Erre. L’opera d’arte di uomo che mi ha resa più umana. Il rivoluzionario della mia vita. Il Comandante che ritorna dal fronte con l’aria di chi ritorna dai campi. E il frutto che portò è il mio cuore in gola, a lui dedicato. E grazie a lui, magico come un enzima conquistai anche Elio. Fu lui stesso che mi telefonò, volevano venire a cena da me. Lui, Silvio e Marco Bettelli. Una goccia d’acqua che ti entra dentro, ti sconvolge come un uragano e riesce in una lacrima. Tutto. Per loro mi sono messa ai fornelli. Per amore loro. Così la mia vita divenne doppia, come la mia casa. Boudoir di giorno e trattoria di sera. Ricette della cucina tradizionale italiana a piatti originali, dalla carbonara al pollo al forno con patate che ormai è un’assoluta esclusiva di Liuc Fanciulli,  l’uomo che più di una volta mi ha salvato più vite; dalla insalata completa alla Kola, alla Norma. Cucinata e cantata.
E io,con garbo e ironia, classe e trasgressione, ancora li tengo attaccati al teleschermo.

La ricetta di oggi, care amiche, è la piu fantasiosa. La collezione Gola primavera estate 2009. Un’estate in cui cocco e trans andavano spesso a braccetto sui giornali. Ho già scritto che infondo a noi altre ragazze ci ha reso gioco più una notte di Marrazzo con Natalie che due anni di luxuria seduta in parlamento. Ma questa è un’altra storia, fuori dal mio palinsesto. Ritorniamo ai fornelli và.. Questa ricetta è dedicata al mio amico gigante Alex Fortunato. Ogni tanto qualcuno si alza non solo per sé stesso. E chiunque lo fa, merita il mio cuore. E’ lui con altri, lotta con noi, per renderci libere dalle incongruenze di generi, rendendoli disagi. Di stile, come lo chiamo io. Ho già chiarito la mia posizione al riguardo, la questione del genere è fin troppo andata per me. Sento di essere andata oltre, e di voler essere riattribuita come cavalla da monta. Questo è. Non mi interessa avere un solo genere, come con i mariti, che a oggi ne ho tre. Ma se per qualcuna questo disagio crea infelicità, io ci sarò a lottare con loro. E con Alex,che lo fa vincendo col solo suono unico della sua risata. L’idea di mangiare cibo colorato è un tribute al Maestro e al suo splendido corto “Una Cena”. Parlai di questa ricetta durante un’intervista su un web canne. Mi chiesero se i coloranti erano pericoli o tossici..No risposi, loro no..forse non conosci i miei amici, ci vuol ben altro per noi tossici.. Non andò mai in onda quell’intervista..Avrei dovuto cucinarla a casa alice, un canale di cucina a giugno, ma ero fuori con Luca Donnini con corpustrip..e il mio splendido marito Alessio Maximilian Schroder che come pochi mi ha amata come diva e come donna. Sui fornelli..con lui ho avuto Pepsi..la nostra splendida figlia..che dorme di là. E’ che mi perdo ecco,torniamo alla scheda della ricetta..elencando gli ingredienti..





 RISO AL COCCO BLU, A FORMA DI PESCE

Ingredienti

4 amici
500 gr di riso parboiled
1 cipolla
olio d’oliva
175 litro di latte di cocco
sale
formine in plastica da spiaggia per bambini
colorante alimentare
e su tutto l’ingrediente segreto di lola…l’amore. Quando basta, ma a noi non basta mai!

La ricetta va realizzata come un semplice risotto. Scaldare l’olio con la cipolla. Quando la cipolla e dorata aggiungere il riso. Mantecare, poi aggiungere il latte di cocco. ora ci sono 2 modi. O  giochi a fare la sciura di Milano e stai li a girare il risotto finche tutto il latte di cocco sia assorbito o fai la brasiliana. Non giri nulli,copri con un coperchio e aspetti finchè il latte non si  sia assorbito completamente da solo. Facile, a  questo punto il risotto è pronto. Lasciare raffreddare per qualche minuto. Poi aggiungi il colorante. Il blu è il mio preferito. Versi nella tua formina  preferita e la capovolgi nel piatto di portata..ideale come contorno al pollo al curry.

Amiche è ovvio che la bellezza del della presentazione del cibo equivale alla sua bontà. Come noi. Cercate di servirvi come una cena, oltre buona da mangiare, anche bella da vedere. 
Ora è tutto pronto..

Vi auguro buon appetito e vi aspetto alla prossima puntata con la torta di pere e cioccolato.

Siglaa!

sabato 23 luglio 2011

Il Re Leone

Ho sputato il sangue per diventare un icona. Doveva essere tutto perfetto cazzo. Ho buttato milioni per essere perfetta e diventare Lola Kola. Tutto calcolato al millimetro. Neanche una piega. Ogni uscita un evento. Trucco perfetto, capelli perfetti, abiti favolosi, accessori che manco ti dico quanto costano alla produzione, un bailamme de roba per ogni uscita che reggi solo se sei un toro meccanico.  Non una che quando entra  ti giri, te giri dopo, prima te devi buttà per terra a pregare quando appaio. Come na pastorella in una grotta. Perfetta.  Una Madonna che in più non ha mai fatto una bandiera della sua verginità, Più aste che bandiere, quindi dopo ti puoi divertire un pochetto. La Rivoluzione dello stile, dell’eleganza e trasgressione  e della bellezza a portar via. Tutta un equipe di scienziati che mi segue,  perché da sola non potrei, una guardia del corpo, due avvocati,  una maga, un regista, uno psicologo un allenatore,  una truccatrice, un  fantastico Liuc, un Re,  un piccolo principe e due spacciatori, che mi servono per reggere tutti gli altri. Un inferno degno di Amy Wineause,ma sei lola kola e non sei da meno. Almeno in fatto di droghe buttate giù o tirate su. Una vita che non ti dico. Fotografi appostati sotto casa giorno e notte. Geni del gusto che mi consigliano cosa indossare quando non ho più niente da indossare, cosa mangiare, cosa bere la mattina, con cosa servire una torta di pere e funghetti allucinogeni, come diventare la regina della notte, come far imbestialire i buttafuori  del mucca solo perché ti piacciono gli uomini forti, e loro sono gli unici maschi là dentro, cosa dire nelle interviste, come mettermi sotto le luci per far sembrare che sia sotto il sole di mattina,ma è notte sul set. Bella come il sole,  Il sole che non vedi perché ti svegli alle 6 di sera, ti svegli e hai ancora l’abito della sera prima,e accanto trovi solo un bicchiere di whisky che non sei riuscita a bere prima di addormentarti. Per fortuna senza cicche così lo bevi la mattina seguente, per mandare giù gli ormoni e le pasticche alla ciliegia. Ti svegli e l’unica cosa che ti consola è che sei la splendida bionda della sera precedente.  E pur se non sei splendida, Splendi. Intanto sei bionda. Bella che te dovrebbero pagà, infatti qualcuno ha pagato e ancora qualcuno sta pagando.Se vuoi fare l’icona devi essere bionda. Non sei tu che decidi, sono i gay. Sono loro che decidono se sei un icona o vai a zappare le ciliegie.  Ero conosciuta pure prima, solo nei rave o nei privè però. Io sono sempre esistita. Ma un giorno decisi di cambiare e di voler diventare famosa. E portai lola nei locali gay. A loro va la fetta migliore del mio succeso, e loro lo sanno. Ci sono per loro quando serve, sono una dea ma non sono bendata, ci vedo benissimo, intuisco se soffrono se sono innamorati se sono felici, se posso fare qualcosa fosse anche solo offrire un drink se non possono. Sono una donna di spettacolo, devo essere spettacolare,ma non imbroglio, non truffo, non tiro a campare e questo il pubblico lo sente. E se fingi sei fottuta. E io non voglio. Ho amore per tutti, Non amo come si può, amo come si deve. Chi mi conosce davvero lo sa. Ho risvegli in fiamme per i miei amici che hanno talento e lo perdono ogni tanto, soffro con loro. Non sono una che piange solo per sé, mi fumano i coglioni se vedo che soffri. E se sei felice lo sono con te. Ci sono per te,se posso fare qualcosa ci sono , sono bravo a zappare. Quello ho imparato dal Re. Eccerci. Come si deve. E poi lui, che il mago della fuga.. So carina pure con quel rompicoglioni che vuol sapere ogni volta cosa mi prude nelle mutande, che tanto non avrà ne questo né quella, quindi che vuoi sapere. A loro chiedo consiglio per tutto. Così con tutto il mio impegno di Che  Guevara continua la lotta armata. Ore di backstage prima di una sfilata,giornate lunghissime sui set ,prove di dodici ore per fare sanremo. Scendi le scale Sali le scale, fai il balletto prova il brano Fai le foto le conferenze. Prova i feet prova trucco, prova un tecnico durante la pausa. Intanto a casa dietro la diva spunta la donna. Gestisci un paio di mariti due figlie le cene la pasta alla norma cucinata e cantata. Una vita che a volte può sembrare splendida. Ma non sempre lo è. Ma tu si,sei splendida scrivono i giornali. I fotografi impazziscono per averti. E infatti qualcuno ti ha avuta come si deve. Non come si può. E poi una sera con un abito a fior di pappagalli stappato ad arte, da sola, perché l’unico che me li strappava ad arte non si vede da un po’. L’altra mattina è passato a salutarmi però,ma questa è un’altra storia..Pappagalli,ibiscus tra i capelli sandaletti di Yves, bella e favolosa, vai a un party. Euforia, il party del pride. Manco dovevi esserci là. Il caso ha deciso ancora una volta. E vedi qualcosa. E capisci che hai sbagliato tutto a livello di immagine, che sei poco o niente. E vorresti essere cosi, esattamente quello che vedi. Antonio Coco. Un Re leone. E vorresti avere i suoi baffi. I baffi? Ma ormai è tardi per i baffi lola, dice il mio endocrinologo, il dottore che mi segue, per fortuna non agli after.  “Devi accontentarti e rimanere Lola”, mi dice. Ormai è tardi, e si fa sempre più tardi. Cominci la puntata che sei nello sconforto, non sai mai se c’è la farai e all’improvviso è finita. E come se non bastasse il ritardo, ti devi sbrigare che dobbiamo passare la linea al telegiornale sennò ci sfumano. Siamo in ritardassimo stasera. Vi saluto vi ringrazio di essere stati con noi in questi giorni di kermesse di  fiori e canzoni..All’Anno prossimo..Tanta felicità  a voi!

Sigla!

venerdì 22 luglio 2011

Ladies and Gentlemen Antonio Coco

Enjoy Lola Kola

Rimasi pure un po offesa dopo i 3 giorni di visita di leva,sentirmi dire di NO.non abile.perchè avrebbero dovuto usare delle particolari misure mi disse un comandante..e che era meglio per me. Risposi che non ero quel tipo di ragazza che davanti ad un uomo pensa solo alle sue misure. E comunque non era meglio per me,ma per loro. Per fortuna avevo gia un contratto con l'Oreal..
 
‎..la cosa piu geniale e riuscita della mia vita è stata creare Lola Kola,e la cosa migliore sposare mio marito!
la mia unica droga è una dieta equilibrata.poi la palestra.mi alleno 4 volte a settimana.cibo vegano..alcune vanno dall'analista..io ho un grande equilibrio grande disciplina..a letto presto sveglia alle 7..see magari..fossi la Cuccarini o il Venturone pure forse..qua per star dritte e stare cosi lucida ci vogliono frutta e verdura e almeno 2 pezzi de keta..eh siamo fatte cosi..
 
I cattolici mi hanno sempre fatto tenerezza.Con le loro solite quattro idee messe in croce,come il loro supereroe preferito.I loro capi rinunciano al sesso all'amore alla famiglia, a tutto, ma sono sempre e subito vigili su come cazzo lo facciamo noi..
E' passato un inferno,una guerra, due natali,qualche morto e un ferito e noi stavamo a fare un casting.. e non ci siamo accorte di niente.E ci hanno preso.saremo in copertina a luglio.Questo pasa♥

lola kola vanity fair settembre 2010

L'unico lusso che non posso permettermi è il dolore.Invecchia la pelle.
 

Al Re

Comincio cosi tra noi.Con la visione condivisa della luna.Divisi dal mare a guardare la stessa luna.Ed io stupida a guardare i sanpitrini del mio cortile.E mi incazzai pure con lei.Neanche avvertiva.Lei favolosa e a me non dava il tempo di accorgemene.E nessuno con cui guardarla..E oggi invece abbiamo fregato pure lei.E ci sei tu con cui guardarla..
Ho capito subito che bisognava saper far tutto..Giocare a rugby e durante l'intervallo fare la majorette!

giovedì 21 luglio 2011

Da un'insolita postazione

A volte le mie posizioni o non sono capite o sembrano scomode.è che mi sono fatta male ad un ginocchio.E non è facile.

Welcome to the circus freak show

I miei sogni,un giorno,li ho presi e buttati.Volevo vedere quale soparvvivesse.Come dopo una guerra,che ho intrapreso con me.E i miei sogni sono ancora vivi.E io sono ancora qui.Con te a parlarne.E non ho mai smesso di farne.io sono piu che realizzata,sono sopravvissuta.sono nata con un trauma,e oggi sono una arisocratica..

BOMBSHELL

Magnificent Seven

http://youtu.be/vpJuE9-nZMQ

A Fidel

Lola Kola 21 luglio alle ore 20.20
mi ricordo in queste ore di molte, cose di quando ti ho conosciuto a casa di Maria Antonia, di quando mi hai proposto di venire a Cuba con tutta la tensione dei preparativi.

Un giorno ci chiesero di indicare chi dovevano avvisare nel caso della nostra morte e la possibilità reale del fatto ci colpì tutti; poi sapemmo che era vero che in una rivoluzione o si trionfa o si muore (se è vera). Molti compagni caddero lungo il cammino verso la vittoria.

Oggi tutto ha un tono meno drammatico, perchè siamo più maturi, ma il fatto si ripete. Sento che la parte del mio dovere che mi legava alla Rivoluzione cubana si è compiuta nel suo territorio e ti saluto, come i miei compagni e il tuo popolo, che già anche il mio. Do le dimissioni formali per i miei incarichi nella Direzione del Partito, dal posto di Ministro, rinuncio al mio grado di Comandante e alle mie condizioni di cubano. Non sono cose legali quelle che mi legano a Cuba, ma sono vincoli d’altro genere che non si potranno mai rompere, come le nomine.

Facendo un bilancio della mia vita trascorsa e credo d’aver lavorato con sufficiente onorabilità e dedizione per il consolidamento del Trionfo della Rivoluzione. La mia unica mancanza, abbastanza grave, è stata di non aver avuto più fiducia in te sin dai primi momenti della Sierra Maestra e non aver compreso con sufficiente rapidità le tue qualità di guida e di rivoluzionario. Ho vissuto giorni meravigliosi e al tuo fianco ed ho sentito l’orgoglio di appartenere al nostro popolo nei giorni luminosi e tristi della crisi dei Caraibi.

Poche volte uno statista ha saputo brillare più di te come in quei giorni e sono molto orgoglioso di averti seguito senza esitazioni, identificato al tuo modo di pensare e di vedere, di apprezzare i pericoli e i principi.

Altre terre del mondo reclamano il concorso dei miei modesti sforzi. Io posso fare quello che a te è negato dalle responsabilità che hai per guidare Cuba ed è giunta l’ora della separazione.

Sappi che lo faccio con un miscuglio di allegria e di dolore; qui lascio la parte più pura delle mie speranze di costruttore e quello che amo di più tra tutto quello che amo e lascio un popolo che mi ha accolto come un figlio e questo lacera una parte del mio spirito.

Nei nuovi campi di battaglia io porterò con me la fede che tu mi hai inculcato, lo spirito rivoluzionario del mio popolo e la certezza di compiere il più sacro dei doveri: la lotta contro l’imperialismo, dovunque sia e questo conforta e cura qualsiasi lacerazione.

Ti dico ancora che libero Cuba da qualsiasi responsabilità meno quella che proviene dal suo esempio: se giungerà per me l’ora definitiva sotto un altro cielo, il mio ultimo pensiero sarà per questo popolo e soprattutto per te. E ti ringrazio per i tuoi insegnamenti e il tuo esempio al quale cercherò d’essere fedele sino alle ultime conseguenze delle mie azioni. Sono stato identificato sempre con la politica estera della nostra Rivoluzione e continuerò ad esserlo. Dovunque mi fermerò, sentirò la responsabilità d’essere un rivoluzionario cubano e come tale mi comporterò.

Il fatto di non lasciare ai miei figli e a mia moglie nulla di materiale non mi preoccupa: mi rallegra che sia così. Io non chiedo niente per loro, perchè so che lo Stato darà loro tutto il necessario per vivere e per educarsi.

Avrei tante cose da dire a te e al nostro popolo, ma sento che non sono necessarie le parole che non possono esprimere quello che vorrei e non vale la pena di sporcare dei fogli di carta.

Hasta la victoria siempre! Patria o muerte!

Ti abbraccia con tutto il fervore rivoluzionario.

Il cuore in gola

Quando scrivo che mi sono dovuta accettare col macete,parlo di questo. E dopo essermi fatta in piccoli pezzi devo  superare l’orrore dei miei errori, e doverli  far perdonare. Come ieri. Perdo la testa, e divento volgare. Pessima diresti tu. Come altri Lunedi di un tempo. Passati per fortuna quei lunedì. Come fai a rivolermi dopo, rimane un mistero. Una lola che non voglio,che non vuoi neanche tu,ma ogni tanto ritorna. A volte in pubblico poi. Non ho parole per me.  Solo suoni. Una stridente risata o uno schiaffo sonoro. O mi faccio ridere o mi faccio piangere. O sputi. Quelli che giustamente mi arrivano nel mojito. O vecchie immagini di  un tempo. Tu che vai via e io che rimango lì sordo muta. Lasciamo perdere và. In cosa riesco a mettermi da sola non si sa. Certe immagini passate di scuse già dette, già sentite, e tu che rimani li. Nessuno ti sposta. Sei grande amur. La risposta migliore. IL tuo dolce silenzio. E anche il non mio. Questo è già uscirne. Detesti il privato che diventa pubblico. E pure io. Ma stavolta me lo merito.  Errori pubblici,scuse pubbliche. E poi è un modo come un altro per scrivere. Forse mi fa bene. Ho già scritto di te. Un sacco di pagine. Da quando quella sera ero come un gatto bagnato e avevo freddo. Venivo dalla fine. Niente amore casa feste droghe cane amici cene . Niente. Di comune accordo per lasciarmi con chi sai. Ci lasciammo un pomeriggio. Lui dormiva. Io pensavo. Pensavo che avrei dovuto lasciarlo. Pensai di fare un caffè e lasciarlo dopo. Quando si svegliò ci ripensai, pensai che ancora volevo continuare il gioco anche se era diventato difficile. Pericoloso per entrambi. Era cosi bello. Un uomo di sangue e pietra. Mai un opinione ritrattata mai un calcolo nel dire le cose, e muscoli veri. Di vero lavoro. Due spalle mai viste prima,adatte a portare una croce. Io. Quello che mi piace in un uomo. E poi un humor raro. Quando giocava col cane o coi bambini mi si fermava il cuore. Che non ho. Bello amur. Un grande. Lo sai poi. Poi quel pomeriggio mi lasciò lui. Aveva ragione,per gli stessi motivi coi quali lo avrei lasciato io, mi lascò, cosi ci lasciammo di comune accordo.  E ci lasciammo senza essersi mai presi. La casa a lui, a me il resto. Niente. Dopo qualche tempo incontrai te. E andammo all’after. E così ricambiò tutto. Ritornarono le cene gli amici le feste le droghe i baci e i cazzotti. Con l’estate arrivò la rivoluzione. In cui fosti il comandante. E io la Maria Antonia di una rivoluzione che non volevo. Qualcuno ci rimise la vita qualcuno il trionfo. Come in ogni rivoluzione a cui siamo destinati. In cui ci si bagna delle proprie lacrime. E attesi sulla porta come una donna del sud che aspetta il suo uomo che torna dai campi. Nel lutto di sempre. E tornasti coi frutti. E anche quella rivoluzione andò. E andarono anche le altre. Tutte vinte. Infatti siamo qui. Come ieri.  Comunque qui. Ancora. Quello è il mistero che a volte diventa magia. C’è sempre la rivoluzione quando scrivo. Ho pianto per ore sulla lettera di Che a Fidel. Ne ho fatto una bandiera un’estate. Quanta passione in una rivoluzione. Quanta fatica. Che uomini cazzo,che comandanti. In questo sei un esempio,comunque vada. L’esempio di chi ritorna dal fronte con l’aria che ritorna dai campi. E il frutto che portò è il mio cuore in gola. E poi partii io per la mia. E tornai coi miei fiori gelati in inverno e morti in autunno. E ritornammo noi. E finimmo in copertina. Baci e abbracci per i grandi ritorni. Le nostre foto più belle. Una lola bella,bionda e positiva e come una regina insieme al suo re. E tu mani da ritrovare e occhi da rivedere. Un altro dei Re. Poi io feci un talent show e tu una piccola parte in un film. Ci portò bene quel ritorno. Arrivò l’estate e tu c’eri. Tutti i giorni, e le sere. Come il sole e le stelle. E le albe che avevano  un punto nero. E io le prendevo e  le accartocciavo come un foglio e le scagliavo al muro. Nessun difetto deve avere L’alba. Come l’anima. Neanche una piega. E questa idea ti piace. L’hai presa e postata. L’ho notato. Ho sempre notato che mi segui.  Mi piaci e mi leggi. E poi ripartii. Stavolta Sanremo. E anche li ci sei stato. Nella confusione dei fiori ti sentivo. E io ero in ascolto. Le nostre storie hanno parole migliori delle nostre. Basta ascoltarle. E quella storia funzionava. Infatti funziona. Una classica canzone di sanremo che però funziona. Infatti ha vinto.  E poi l’oblio. Così viviamo da questa parte della rivoluzione.Della canzone. La sessantaseiennessima edizione del festival della musica italiana. Grandi giri di valzer e voli di colombi. Come al circo. Questo nostro. Che ogni sera portiamo in giro. Il grande circo davanti ai bar..Prendete posto signori. Il circo dei freak. Il mio il tuo e quelli dello spettacolo di ieri. La donna barbuta,L’uomo squalone  e l’equilibrista. Io mi sono esibita in una squallida piece. Tu no. Sei stato grande. Molta classe. Dopo il mio show sono andata in camerino a prendere da bere. E tu al mio ritorno ci hai sputato dentro, Io non ho parole per noi. Solo buonanotte. Vi ringrazo della tensione. A sabato prossimo..

Siglaa!

domenica 17 luglio 2011

una sana cattiveria

Eppure da qualche parte dovrò averla messa. Ma non ricordo. come ogni volta mi suggerisce Elio la cerco dietro i cuscini del divano, dove spesso finisce il telecomando. é li che mi trovò Liuc una sera dopo un after. Ma Non abbiamo divani noi. Andati pure quelli. Di cattiveria pure. Non ne ho mai fatto grande uso,Mai avuto bisogno. Ma un giorno ti svegli e sei blu. Trovo solo il rancore.Eppure la cattiveria da qualche parte l'avrò messa. Ne avevo versata a fiumi quando mio marito andò in America senza dirmi niente per non farmi soffrire. Non si è mai capita quella storia. Perchè avrei dovuto incazzarmi con lui non si è mai capito. E poi era un viaggio di lavoro,io ero scomoda e dovevo pagare, e pagai così pure quella volta. Eppure decisi di lasciarlo. Ma non lo feci. Gli scrissi una lettera dietro le foto di una sfilata di Dior. Non avevo altri fogli. Non la lesse mai. Quella sfilata era meravigliosa, Stella Tennant con un abito da spagnola con quintali di rouches e sopra un giacchetto sportivo. Meravigliosa . Non volevo perderla. Cosi non la lesse mai. Forse ancora stiamo insieme. sapeva farsi perdonare, e io non sono mai stata molto cattiva.Sono pigra, questa a è la verità. Poi sono troppo snob, Figurati se mi abbasso a fare cattiverie io, roba da starlette televisive. Caso mai ti do fuoco e ti saluto. Non ricordo altre volte. Sono stata lasciata senza essere mai stata presa,dunque con chi avercela. La cattiverai invecchia e fa male. E io voglio essere una splendida novantenne. Non una come queste che a venti ne dimostrano sessanta perchè sono brutte dentro. Io ci tengo ad essere bella dentro, così non faccio mai niente che può creare un'increspatura alla mia anima. Mai. Deve essere perfetta. Il fuori no. me ne frego. Con quello che butto giù e la vita che faccio è un miracolo che sia ancora viva. Figurarsi se mi spaventa una ruga. me ne frego. non sono una bambola. Sono viva fino in fondo. ma un po di cattiveria si, quella ci vuole. Mo la cerco e vediamo un pò. Mi piace sembrare una gazzella,ma sono una iena,così se qualche leoncino fa il furbo o pensa che io sia una facile e cerca di avermi facilmente mi fumano i coglioni, lo mangio vivo. come una pitonessa col suo topolino che un giorno gli gira male.Io ci rimetto qualche piuma,ma lui è fottuto!   

martedì 12 luglio 2011

http://youtu.be/SFvDWb9GKhM

THE GREAT COCO KOLA CIRCUS ON HEART

Welcome to the carnival of circus freaks
The bleeding lady the blood from her leaks
Here is a place where you can buy crack
Lobotomised whores who you can slap
The freaks
The snake woman drinks six bottles of gin
Gives you a blow-job and sheds her skin
Welcome to the carnival of circus freaks
Ladies and gentlemen take your seats
The freaks
The bearded lady crap she extracts
Produces an elephant out of her snatch
She will shock you and deprave
The perverts in your towns newest craze
The freaks
The matchstick man has broken his bones
The hairy mans hairy child is cloned
Under the surface of glitz and pearls
Their poison into you will unfurl
The freaks
The muscle man the legs does break
Of three-legged three-legged three-legged Jake
Under the surface under the smiles
Each one a pervert to be defiled
The freaks
After your heart has been consumed
Your normality sent to its doom
Youll be deformed as the rest
This freakshow, this freakshow is the best!
The freakshttp://youtu.be/SFvDWb9GKhM

lunedì 11 luglio 2011

Lola Kola fotografata da Manuel zoetrope sul set del video Jo canto sambaca

THE GREAT COCO KOLA CIRCUS ON EARTH

Eh porco d’io..stasera me ce trovi..come sto come sto..
Come una tigre da circo..nella sua gabbia da circo..Nel suo circo.
A volte vago come persa, a volte sono persa davvero. A volte mi faccio paura da sola..neanche lo specchio mi  riflette.
In rare giornate sembravo essere addirittura felice..sembravo..come se da lontano arrivasse un soffio di vita leggera. Non ero mai sola in quei momenti.
E’ incredibile, ho sempre avuto la lucidità di voler star sola, l’ho sempre saputo.
Come ho sempre dato per scontato di essere nata sterile e che nessun essere umano mi sarebbe mai stato complementare, e sono cresciuta in cattività.
Sono quasi incapace a vivere se non insieme al mio domatore, ma a differenza di altre bestie non sono mai stata accanto a lui. Appartenere è un concetto che ho capito dopo. A volte molto dopo.
Sono sola, la tigre del mio circo, nata tra le gabbie del circo.
L’istinto di sbranare mi è rimasto, ma mi faccio pena da sola, ho gli occhi persi e ruggito roco...e vago lenta.
Che senso avrebbe unire il mio alto ruggito a questo cinguettio che sento poi…
Lo vedi subito, qualcosa le daranno per tenerla così calma e calda…Il G, le luci, gli applausi, con la musica pare che ruggisco da far paura, ma mostro solo i denti, forse sono sbadigli di noia…
Eppure la temono…Se le girano i coglioni, che ancora ha, stacca un braccio al domatore.
Ma avrei perso io, nessuno si fiderebbe più di me, rimarrei più sola di così. E poi con lui ho fatto grandi show..E’ lui che la porta in scena!
Ero cosi certa di aver scritto la mia storia, invece niente. La cercavo disperatamente ma non venne fuori che qualche pagina. E neanche mi accorgevo che ormai ero senza domatore ,e pure senza gabbia e allora addio ai miei show. Rimanevo chiusa nel mio camerino. Sentivo solo da lontano il rumore delle gabbie che durante l’intervallo del primo tempo venivano su. Capivo che quello era il mio momento. Impazzivo..
Sono una tigre da spettacolo, devo essere spettacolare..Vanitosa come sono poi..
Mai sarei andata in scena imperfetta, mai senza le mie nuove zeppe di Galliano, impazzivo solo a guardarle. Folli quelle scarpe, sapevo che John  le aveva create pensando a me.
E se il domatore dimentica di darmi i calmanti li prendo da sola..golosa come sono..
Là fuori le allegre famigliole accorse al circo mangiavano pop corn e bevevano coca cola, ma capivano che alla fine dell’intervallo qualcosa di misterioso e pericoloso sarebbe apparso...altrimenti che bisogno c’era di metter su gabbie cosi alte?
Eh cari, per qualcuno è ancora pericolosa questa qui, ancora capace di far salti in alto, saltare oltre la gabbia e sbranare gli umani in prima fila..
AhAhAhAh..see, fossi scema! Figurati se perdo il tempo a mangiarli e mandare a puttane il mio show. Del resto la puttana sarei io.
Ma  meglio cosi, meglio una puttana professionista che una troietta da discoteca. Che non merita un soldo. Non sa neanche quanto vale!
Neanche la fidanzata era un ruolo che le piaceva. Non lo era mai stata. Le sembrava il ruolo peggiore. Preferiva sapere e condividere come una donna libera, un’amica, l’amante...quello voleva essere. Oppure meglio un maschio come loro, più furbi.
E ci tengo al mio show. Sera dopo sera sono andata in scena, sempre più brava. Faccio i miei salti nel cerchio del mio fuoco, sputo il veleno. La donna coi baffi ,quella cannone, quella segata a metà…e il numero dei coltelli...tanto se il domatore si sbaglia fa niente, fa finta di morire, fa finta di ruggire.
E quando gli ricapita a queste belle famigliole di vedere una bestia del genere..così complessa fisicamente.
L’ultima barriera da superare, l’ultimo taboo da svelare.
Tatuata e decolorata a mano..Unica. Venghino signori, venghino!
Così bella da vedere, e piena di un amore così vero da volerla vedere da vicino.
E cosi con l'ultimo schiocco di frusta, l'applauso e un po’ d'inchino, lo show sembra essere giunto al termine. Ma il circo ha le sue regole, la gente paga per vederti da vicino. Sei tu la regina dello show.
Sai a chi può fregare ormai di una donna obesa o di un nano! E così di solito, per non metterle paura, si avvinano in gruppi. Di solito i padri son quelli che si avvicinano di più. Son tosti loro, le mamme no. Tengono i bimbi, un passo indietro. Per paura che li mangi..
Eppure sono le donne con cui spesso si fa meglio compagnia. Lei sorride. Ha simpatia per i bambini e loro per lei. Forse perché sono simili. Bestie da tirar su, tra loro si intendono. Con alcuni di loro ha uno strano dialogo. Bastava parlare semplice e chiaro. Cosa che non le riesce coi grandi. Mai esagerare però. Il senso del pericolo ha un tempo breve. Così,  restituiti i bimbi alle madri, solo i più forti rischiano. La tigre vogliono vederla oltre le gabbie! E così qualche toro si avvicina alla tigre. E così lo show diventa una session per uomini non tanto soli, ma tanto bollenti. Avevo sempre sognato di poter fare show del genere. Non ci avevo mai trovato niente di male. Bisogna attraversare le cose per comprenderle davvero. E del resto meglio essere le puttane di questiuomini che le loro spose, considerato quel che le raccontavano loro. E se non fosse che sono loro venire a domicilio e scoparmi e pagarmi per questo non so proprio che appetiti potrei avere al momento. Metterei anima in qualunque rivoluzione, ma non ce nè una ne l'altra. Ho messo i sogni nel cassetto, vicino alle mutande, ma non li trovo. Le mutande si. Carinissime. Mi servono per questi che vengono. Adorano la biancheria. So raffinatissimi. Non si sa chi è peggio. Se loro o noi che li damo pure da scopa’. E cosi qualche toro si avvicina alla tigre. Cambio scena e cosi lo show diventa una session per uomini non tanto soli ma tanto bollenti. Avevo sempre sognato di poter fare show del genere. Non ci aveva mai trovato niente di male. bisogna attraversare le cose per comprenderle davvero. Tra tutti i ruoli di una di una donna che ho interpretato la puttana e la santa era quel che le si addicevano meglio. La sposa e la mamma un ruolo che non le permetteva nè lo stato ne la chiesa. Non siamo cosi diverse infondo dalle altre donne,solo che a noi ci paghi.. e cosi alla fine dello show anziché vestirmi toccava rispogliarmi, calze autoreggenti, string in pizzo, babydoll. No al rossetto perché macchia si a un pò di mascara. Un grande fetish show per soli uomini. E questi uomini pagano per un ora di leggerezza. E di cazzo. E facevo l’amore, e mi godevo la vita,e il resto. Tanti tornavano solo perche la trovavano differente, poi tutta tatuata era un plusvalore. Bionda occhi verdi tattoo, seconda naturale,  diciotto cm. Questo diceva tutto il giorno a chi chiamava. “vieni ci divertiamo un pò”.Loro la trovavano bella. E lei li scopri di essere una transessuale. E questo è il nostro show. Finita l’illusione della scena si ritorna in gabbia. Sarebbe bastato un applauso. E l’inferno continua. E nonostante vivesse sulla terra capiva che qualcosa arrivava da lontano, e lei aspettava. Prima o poi sarebbe dovuto pure arrivare il fatidico giorno del giudizio universale,le dicevano e che tutti avremmo incontrato il “Signore”, di cui non conosceva neanche il cognome,ma lei non aveva fretta prima o poi glie ne avrebbe dette quattro, seduta di fronte a lui era proprio curiosa di sentire su cosa vertisse la conversazione...e alla fine si ,avrebbe parlato lei..che razza di modo era quello di trattare la tigre, buttata quaggiù e poi abbandonata....e sarebbe stata lei poi a mandare lui all'inferno. Ecco come sto.

Siglaaa!

domenica 3 luglio 2011

Al RE

Sembro bionda,ma sono incazzata nera.E ho visto l’inferno.Per fortuna non ero sola.E’ li che ho cominciato a scrivere.lettere su lettere.Stavo calma solo cosi.O finendo le scorte di alcool e erba a casa da mio fratello.per poi finire sfinita a piangere.Credo fosse l’assunzione di ormoni ad avvicinarmi cosi tanto al pianto.Presi col jack daniel a colazione erano una mano santa.E a mezzogiorno ero gia bella e donna.ero in castigo.Ma io non sembro estrema.lo sono davvero.cosi ci metto il carico.Niente mare.In uno splendido reabh in riva al mare.E ai fottuti tramonti con tanto di sole rosso che si scioglie nel mare a cui tiravo i sanpietrini.Quelli canadesi,i miei preferiti.Li trovavo sulle autostrade della tecno a cassa dritta dove sono cresciuta.E davanti ad un neo che poteva offuscare una meravigliosa alba,non toglievo il neo.Prendeva l’alba la accartocciavo in mano come un foglio,e la scaraventavo al muro.Quello è il rumore all’inferno.Bello forte metallico.come il Re.Ognuno ha fatto qualcosa per me.Per quello passo le notti a salutare tutti come se fosse l’ultima.Tutti.Tutto il popolo della notte e delle feste.Sono loro che mi hanno rivoluta.Sembravo atterrata ieri da un astronave.Ma sono sempre esistita.Io non ho mai cambiato genere,non avendone mai voluto solo uno,come i mariti,solo stile.E mi sono fatta bionda.E fatta.come una cavalla.Ma un giorno mi svegliai dal caldo.Doveva essere il 14 agosto.E intorno non c’era piu nessuno.Tutti partiti.Non sono mai stata brava a programmare nè il mio domani nè le mie vacanze.Con la stessa classe e nonchalance avevo preparato gli stessi trollies che ha creato per me Pompeo Ciccone con Elvis Presley.E con la stesso savoir faire sona passata da un museo a 5 stelle a Istanbul,a uno squat di berlino,da un campeggio in puglia a un castello di un Re.Ci sono posti in cui non metterò mai piu piedi.Posti in cui non sono stata amata.Non ho mai fatto la schizzinosa certo,sono consapevole del clamore che creo intorno quando appaio,ma pretendo di essere rispettata almeno un minimo o almeno strappare un sorriso per la mia originalità.La prossima provo ad apparire a medjugorie,Magari in una grotta davanti a due pastorelle mi va meglio.Ma ci sono posti in cui la loro indecente cultura non supera quel minimo.Posti in cui per sopravvivere deve essere come loro.Bestie senza soma .E vivendo a mezze giornate attesi il cliente del giorno,fece un biglietto e andai a trovare i mieii in calabria.Quando ne avevo avuto la possibilità,accettavo l’ultima proposta piu allettante e partivo.Ma non potevo.Stavo studiando un copione.Quello della donna del piacere,che vive a mezza giornata.E cosi andai in calabria dai miei.Non potevo permettermi altro.Potrei vivere nel lusso piu estremo col mio lavoro da modella.ma me ne frego e li mi sono nascosta,sono stata chiusa in camerino tutto il tempo, non volevo essere riconosciuta.Nessuno sapeva ci fosse Lola Kola.Non volevo bodyguard e andare in giro senza trucco.Usciva solo quando tutti erano al mare,Schivando miracolosamente fotografi e giornalisti,per comprare le sigarette e l’insalata,l’unica cosa di cui mi nutrivo per bilanciare l’abuso di alcool.L’inferno si ma sempre taglia 42..per il resto a casa da sola.ma una casa vera.Col frigo ,la televisione , i divani.Cosi descrivevo ad Elio e liuc l’inferno in cui era.una casa coi divani e la tv.Ridevano i miei quando lo dicevo.Non avevano idea di come vivesse io,per quello ridevano.In una cantina umida presa da un amica che li faceva session fetish e bondage.Una casa tutta nera, catene e specchi.Ideale per quel mestiere. che se anche aveva trasformato in un loft.Non preoccuparti disse mia cugina quando vide la mia casa,dopo essere rimasta muta sull’ingresso.Non dirò a nessuno che lo vista.non preoccuparti.fu lei a suggerirmi che neanche a rum e whisky,i cani di mio fratello, avrebbero fatto abitare la.Ma io vivo cosi.Di tutta questa vita parlerò,di tutti.Ho visto tutto,fatto tutto,viaggiato il mondo e fatto sesso selvaggio con mio marito.Persa e ritrovata piu volte.Caduta in basso e volata in alto.E sola.E sola volevo stare.Ma quell’estate non ero cosi sola.E ho cominciato a scrivere.Male dice Silvio.non so usare la punteggiature dice.Ha ragione,lo dice anche alex.Però scrivevo.mail su mail.l’unico che mi rispondeva è Il signor D.V.L’unico che passava l’estate al lavoro davanti al pc.Un Re.Un piccolo principe.Questo inizio è per lui.Su tutti è stato lui a tenermi la mano in quell’inferno.Da lontano.Come solo lui sa fare.Insuperabile.Ho scrisse tutto e condiviso con lui tutto quell’inferno..La sua poesia e il suo pensiero cosi lucido sulle cose mi ha conquistata.Rimane il mio Re.Che mi ha tenuto la mano durante il mio inferno.Condivisione è la parola che ha portato nella mia vita.E il suo taglio superiore al diamante dei pensieri e parole di oro mi ha inevitabilmente cambiata senza che me ne accorgessi.Per lui ho cominciato a scrivere e spero di ereditare la sua bravura a trovare le paroli migliori per continuare a farlo.Forse renderò note quelle lettere dall’inferno,questo non lo so,dovra vedersela il mio editore.Ma questa è un’altra storia..E’ che mi perdo ecco..In finale se sono qui a scrivere è grazie a ****.in molti mi chiedono di scrivere.Sto preparando un blog per chi ha voglia di seguirmi.Ci vorrà un po,tanto materiale è in un file che pare danneggiato.cosi man mano riscrivo e pubblico.Ma su tutti rimane Lui.Per questo lo ringrazio prima dell’inizio.Tutto è cominciato con lui.E con Marc Jacob che mi vestiva in esclusiva quell’estate.Per il momento è tutto.Siglaa!

venerdì 1 luglio 2011

Lola Kola fotografata da Debora Vrizzi.che mi prese a posto di Madonna.thanks to Fabio Mollo

Lola Kola fotografata da Eleonora Deidda sul set di "una Diva in cucina" con la regia di Elio Castellana.

Lola Kola

Ho attraversato la Hollywood degli anni 30 e 40,quando fare cinema era timbrare il cartellino.Ho eseguito sullo schermo,con professionalità impeccabile i gesti,le contorsioni,i languori e le isterie della donna fatale che il cinema mi aveva condannata ad essere,ho lavorato con grandi maestri come Pedro Almodovar Elio Castellana E Quentin Tarantino.Lavorare cosi giovane con loro mi ha insegnato che questo lavoro non si improvvisa,e fotografata da grandi geni,Alessio Maximilian Schroder,Robertino Baldassari di Vogue,Debora Vrizzi,che mi voluta a posto di Madonna,ma sono piu spesso ricordata in uno dei piu famosi scatti e riscatti di Luca Donnini.

Sono gli anni della Guerra e della Liberazione, gli anni della nascita della Repubblica,della Costituzione e delle prime elezioni a suffragio universale. Durante la seconda guerra mondiale i tessuti e le materie prime cominciano a scarseggiare.Bisogna arrangiarsi.Ritorno a una moda semplificata ma con l’uso di alcuni espedienti, come le spalline.La guerra crea disastri; le città si spopolano, manca l’elettricità, ci sono situazioni drammatiche. Permettersi una messa in piega non è più possibile: vanno di moda i turbanti.Durante la guerra la moda è limitata, le riviste suggeriscono di riadattare i capi vecchi.A questa vita erano costrette le altre donne.

Ma sui patinati giornali dell’epoca non c’era traccia di questa tragedia.come oggi,Apparivamo in lunghi abiti di seta a sirena, piume pellicce e gioielli e metri di perle. e kilometri di gioielli..Il contributo più importante di Madeleine Vionnet alla moda è dato dall'uso innovativo del taglio in sbieco, ossia in diagonale a 45° rispetto al verso della trama e dell'orditoLa tecnica del taglio in sbieco è usatissima ancora oggi, permette di creare abiti dalle linee aderenti,sfruttando il suo potenziale elastico e quindi di esaltare le forme femminili. I famosi abiti a sirena dalle linee fluide che ho indossato nella maggior parte dei miei film a Hollywood degli anni '30 e '40 sono sicuramente un esempio tangibile del contributo di madaleine alla moda.E di lola kola  al cinema.

Fu Marlene Dietrich a consigliarmi di pettinarmi con i miei famosi victory rolls.

Per esibire dei meravigliosi victory rolls, i capelli se  sono un po sporchi ancora meglio.inutile chiederlo.Si prendono delle sezioni si attorcigliano su se stessi fino a formare dei rolls poi si fissano alla base della testa con delle pins.potete decorare a piacere con fiori ciliegie all’uncinetti o qualunque cosa vi casca in testa.hand made è meglio.era cambiata un po dai tempi in cui portava la cresta.che tenevo su con schiuma di sapone e lacca.

,La nuova posizione che la donna si trovò a ricoprire nel mondo del lavoro negli anni '40 innescò una piccola rivoluzione nel suo modo di vestire. Alla figura di una donna reclusa sotto pile di padellame e kit per il punto a croce, si sostituì quella di una donna pronta a rimpiazzare le presenze maschili impegnate al fronte occupandosi di lavori di ufficio e mansioni tradizionalmente riservate ai maschi.

Ma nella vita venedo meno la forza maschile a loro toccava far qualche sforzo.il cibo era razionanato e con lui anche i tessuti,che spesso erano tessuti militari visto la produzione per la guerra.e a loro toccava anche far lavori da uomini.Cosi dovettero adottarne anche gli abiti.e cosi spuntarono donne vestite da postine da postino da fornaio e cos’altro!di giorno non uscivano mai senza cappello e guanti.le gonne sotto il ginocchio.spesso in tailleur che dava sempre un aria di classe.e i capelli raccolti.un modo che ci rubarono poi anche le raggianti pin up dell’epoca.

I nostri uomini erano al fronte come i nostri amori.Partiti per una guerra che nessuna aveva chiesto.non sapevamo se sarebbero tornati.E come. E spesso questi uomini non tornarono piu.

Alcuni  caddero con le foglie in autunno,alcuni si gelarono come fiori in inverno.

Ma durante le situazioni piu disagiate solo alcune donne possono salvarsi.Se spesso sono uomini,e almeno chi sa confezionare un abito da sola è mezza salva.E noi eravamo salve.

Perciò l’estate  la passai con le vedove del fronte.E con loro un semplice abitini nero,ma un nuovo modo di attraversare il senso della morte dell’abbandono e alla fine dell’amore. e non riuscendo mai a perdere il mio humor , dopo la funzione c’era ancora un after o un birthday party a cui andare quindi non c’era cosi tanto tempo per macchiarsi il make up di lacrime..mi era gia macchiata abbastanza.pensavo di aver pianto tutte le mie lacrime.seppelliti i miei morti e pregato per loro.

Lola Kola fotografata da Luca Donnini Hollywood 1946